Roma, 23 ottobre – Harbin, città della Cina con poco meno di 10 milioni di abitanti, capoluogo della provincia dello Heilongjiang, in Manciuria, nella Cina nordorientale, è stata chiusa per smog.
La visibilità e’ ridotta a 10 metri a causa dell’inquinamento: si tratta di Harbin, città della Cina con poco meno di 10 milioni di abitanti, dove il Partito Comunista Cinese ha preso la drastica decisione di “chiuderla”: aeroporti, trasporto pubblico, scuole, tutto e’ stato sospeso fino a data da definirsi. La decisione del Partito è volta a scongiurare eventuali rivolte, e ha anche annunciato che metterà in palio un cospicuo premio nel prossimo quinquennio per quelle città che diminuiranno l’inquinamento. Oltre ovviamente a piani in direzione delle energie rinnovabili.
Nell’aria vi sono fino a 1000 microgrammi di particelle PM2,5, contro i 25 limite dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fino a 40 volte più del consentito. Cifre inaudite che hanno portato in Cina oltre un milione di morti l’anno a causa dello smog. Il problema è stato l’arrivo dell’inverno e la mancanza di tecnologie adeguate.
Nella classifica stilata dall’OMS sulle città più inquinate, la Cina occupa la maggior parte delle posizioni, il che sta a indicare quanto questo paese debba operare verso nuove forme di approvvigionamento di energia. Ai primi posti compaiono anche città del Messico, di India, Indonesia e Brasile, e all’ottavo anche Torino. La città italiana non ha i valori record di oltre 1000 micron( si attesta a una media di 47 mg/m3) ma sfonda molte volte il livello di guardia imposto. E tra le prime dieci compare anche Parigi.