Roma, 16 ottobre – «Non è garantire un futuro alla ricerca scientifica ma reclutare “burattini” che, nei futuri concorsi, asseconderanno gli interessi dei baroni». È questo il parere del Pm barese Renato Nitti in collaborazione con la Guardia di finanza, in merito all’inchiesta “do ut des” sulle raccomandazioni, tradimenti e pressioni messi in atto da Augusto Barbera e Giuseppe de Vergottini, due dei saggi nominati dal presidente del Consiglio Enrico Letta.
L’inchiesta riguarda gli esami di prima e seconda fascia nei rami di Diritto costituzionale, pubblico, comparato, canonico ed ecclesiastico. L’esito degli esami, secondo il Pm, non ha avuto nulla a che vedere con il merito. Gli inquirenti parlano di una “rete criminale”, che coinvolge alcuni tra i docenti più autorevoli, e mira a far prevalere la logica del “favore” su quella del “merito” e della “giustizia”. La riforma Gelmini mirava ad eliminare il sistema di raccomandazioni presente, purtroppo, anche nel nostro sistema universitario, ma non è servita granché, visto che il sistema ha trovato subito il modo di aggirare l’ostacolo. E lo ha fatto orientando la formazione di quella che sarebbe stata la rosa degli esaminatori, affinché venissero sorteggiati commissari “arrendevoli”. Per chi non si adeguava minacce e intimidazioni. Il sorteggio delle commissioni giudicatrici avviene nel gennaio 2010. Giorgio Lombardi, definito da tutti il “ decano, capo di tutti”, morto nel maggio 2010, pochi mesi prima, sosteneva in una telefonata: «La riforma Gelmini ha delle norme complicate che però non daranno troppo fastidio». E con Ferrari, collega alla Bocconi di Milano, ingaggia la corsa per recuperare i voti dei docenti che, di lì a poco, avrebbero formato la “rosa dei sorteggiabili”. Ferrari si rivolge al collega Pier Giuseppe Monateri, che può agire sugli eleggibili del gruppo di diritto privato comparato. E nell’estate 2009 Monateri gli invia una lista di 20 nomi affidabili. Una seconda mail elenca, invece, i probabili vincitori di concorso: 8 su 11 ce la faranno. E quindi: più voti ci si accaparra nella rosa del sorteggio, più è possibile manipolare le future maggioranze nelle commissioni.
Un sistema truffaldino, radicato in ogni ambito e settore del nostro Paese, ma la cosa più importante è che Barbera e De Vergottini, insieme ad altri tre saggi, Beniamino Caravita di Toritto, Carmela Salazar e Lorenza Violini, e 35 professori ordinari sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza con accuse che, a vario titolo, spaziano dall’associazione per delinquere, alla corruzione, dal falso alla truffa aggravata.
Fonte: Il fatto quotidiano