Roma, 27 ottobre – Tre miliardi e mezzo di euro. Sarebbe questo il buco statale derivante dal mancato pagamento di una parte del famoso “condono fiscale” del 2002 del governo Berlusconi-Tremonti. Si è scoperto, infatti che all’appello mancherebbe una somma non indifferente, visto che i “condonati” hanno pensato bene di non pagare tutto il dovuto. Secondo un documento della Corte dei Conti, richiesto dal presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, mentre si lavorava sull’ultimo documento di economia e finanza, al 10 settembre di quest’anno mancano all’appello la bellezza di tre miliardi e mezzo di euro.
L’introito del condono, secondo la magistratura contabile, doveva essere di 26miliardi totali, utili a sanare definitivamente ogni irregolarità su Irpef, Irpeg, addizionali regionali, Ilor e quant’altro. Il calcolo non era una stima ma una somma precisa che i condonati avrebbero dovuto versare visti benefici ricevuti come un sostanzioso sconto sulle tasse non pagate e la cancellazione di eventuali reati fiscali. Peccato che poi parecchi abbiano deciso di non pagare tutto, cioè di evadere sull’evaso. D’altronde la legge pareva scritta apposta per farlo: il condono, infatti, si considerava completato dopo aver pagato la prima rata. E ancora: a chi sceglieva di rateizzare non si chiedeva alcuna fideiussione sul rimanente debito con l’erario. Già a novembre del 2008 mancavano all’appello 5miliardi e mezzo di euro. Nel 2011 Tremonti tuonava: «Entro ottobre del 2011 l’Agenzia delle Entrate deve “effettuare una ricognizione” dei contribuenti che non abbiano ancora provveduto ai pagamenti e avviare nei trenta giorni successivi le procedure di riscossione coatta». Il termine fu poi prorogato a fine 2012 dallo stesso Tremonti e da Monti a dicembre 2013. Giusto, d’altronde per le tasse degli evasori si può attendere, per quelle dei cittadini corretti pagatori no. Oggi, finalmente, il tema torna di attualità e come spiega Francesco Boccia al Fatto Quotidiano, chi non ha pagato potrebbe trovarsi con qualche complicazione, ad esempio dover sborsare tutte le tasse dovute senza alcuno sconto (anche cinque volte più di quanto pattuito a suo tempo) e finire sotto la lente della magistratura per eventuali reati fiscali.