Roma 26 novembre – Il sacerdote Pietro Tosi che nel 1980 abusò di una 14enne, a Cornacervina, oggi dichiara di essere pentito, di aver cercato in tutti i modi di recuperare con la famiglia e chiede a Dio la morte perché non sa più cosa fare.
In molti le hanno considerate scuse tardive e false, perché sono arrivate solo dopo l’inchiesta delle Iene. Il figlio, nato dallo stupro, si è rivolto al programma di Italia1, denunciando i fatti accaduti a sua madre e facendo scoppiare così il polverone mediatico.
Adesso Pietro Tosi non esercita più e si trova in una casa di riposo ma ha ancora il titolo di Don. Raggiunto nel suo nascondiglio di tranquillità dal Resto del Carlino sostiene di avere la coscienza a posto nei confronti della famiglia e che ormai non sa più cosa fare per rimediare. «Sto morendo, sono finito, non ne posso più – dice – non mi merito tutto questo, ho aiutato giovani, anziani, famiglie, poveri, insomma la mia gente. Non c’era niente a Cornacervina, io ho fatto costruire tutto».Promette di scrivere un libro sulle sue memorie e sullo stato di persecuzione in cui è costretto a vivere dopo il programma delle Iene.