Roma, 30 ottobre – Comitati ed Associazioni fatto sentire forte il loro “No” alla costruzione su un’area pubblica di un impianto sportivo da concedere all’ASD Virtus Pallavolo di Claudio Toti all’interno del Piano di Lottizzazione Convenzionata Bufalotta. Un intervento dal costo di quasi sedici milioni di euro a carico totale da parte del concessionario. Si apre, dunque, la polemica contro il progetto che prevede la realizzazione di un campo di calcio a otto con relativi spogliatoi, una piscina scoperta, un palazzetto dello sport da circa mille posti e spazi destinati alle attività complementari, dalla hall alla reception, ma anche un ristorante, una sala stampa, una sala riunioni ed impianti tecnologici.
Il “Comitato Serpentara”, difatti, ha inviato una nota di opposizione in merito, chiedendo a gran voce ritiro ed annullamento della memoria, od in subordine la sospensione, a causa di “palesi violazioni sia nel dettato normativa in materia urbanistica sia in quello procedurale”. Secondo la documentazione prodotta, infatti, il comune non avrebbe sottoposto l’intervento urbanistico né alla VIA (Valutazione di impatto ambientale), né alla VAS (Verifica di Assoggetabilità). In più, il processo partecipativo previsto per un’opera di un simile impatto urbanistico non sarebbe stato effettuato secondo la norma. Si tratta di un massiccio intervento che, come sottolineano i residenti, non sarebbe di alcun interesse pubblico.
L’Associazione che si occupa della tutela del parco sottolinea come in tale area siano stati rinvenuti reperti archeologici di una certa valenza e che quest’operazione costituirebbe il primo tassello della strategia di demolizione del “Parco delle Sabine”. Dalla stessa Associazione, si ribadisce la volontà di tutelare i reperti presenti nell’area compresa tra Fidenae e Crustumerium, in una vera e propria sede d’interesse sia archeologico che naturalistico: «I propositi di consumo zero del territorio, specialmente per ciò che riguarda le periferie, proclamati insistentemente dal sindaco Marino, vengono messi dura prova proprio qui, in un’area sulla quale non si sarebbe dovuto neanche pensare ad un intervento edilizio dove il cemento dovrebbe essere bandito per sempre e le iniziative private ridimensionate a servizi di supporto per la fruizione pubblica del parco».
Dunque, riparte il lungo braccio di ferro fra i cittadini e le istituzioni: da una parte Comitati di Quartiere ed Associazioni. Dall’altra privati ed istituzioni. I primi sono pronti a dar battaglia, affinché, per una volta, si riesca a dire di no all’ennesima colata di cemento sulla Bufalotta.