Roma, 17 ottobre – L’ospedale Fatebenefratelli, dopo 500 anni di storia, rischia di chiudere. I servizi stanno diminuendo, eliminati per impossibilità di tenerli in vita, tra cui la dialisi, quattro attività sanitarie ridimensionate e i licenziamenti (ben 170 lavoratori a casa), la dirigenza di uno degli ospedali più vecchi e famosi di Roma porta avanti un piano troppo amaro, a causa dei bilanci in rosso. l’allarme lanciato oggi dal vicepresidente operativo frà Giampietro Luzzato, dal dg Carlo Maria Cellucci e dal ds Maurizio Ferrante. A chiudere, se la Regione non compierà un atto politico per salvare la situazione, saranno, oltre alla dialisi (che conta 60 pazienti), il Servizio psichiatrico di Diagnosi e cura (500-600 pazienti) e il Servizio trasfusionale, che lavora circa 11 mila sacche l’anno, e serve anche altre strutture.
La richiesta da parte il dirigente Cellucci alla Regione Lazio non è finanziaria ma riguarda interventi mirati a salvare una situazione disastrosa qual è quella generale sanitaria. Cellucci «Non chiediamo soldi, non chiediamo di ripianare le nostre perdite – spiega il dg – ma di trovare soluzioni alternative con la redistribuzione delle risorse o la riorganizzazione dei servizi, ad esempio diversificando le nostre attività per trovare un nuovo equilibrio». La Regione Lazio si è dichiarata disponibile ad aprire subito un tavolo di confronto «purché si tolga la pregiudiziale dei licenziamenti e ci sia una interlocuzione autorevole per discutere il piano industriale».