Roma, 23 ottobre – Roma capitale europea. Ma degli incidenti. È l’inquietante statistica rilevata dall’Università di Roma Tre dal professor Andrea Di Benedetto, docente di “Strade, ferrovie e aeroporti” presso l’Ateneo. Rispetto al trend nazionale, il quale testimonia di un dato in continua decrescita, l’asfalto romano riserva particolari insidie ai numerosi automobilisti e motociclisti che popolano il labirinto di strade capitolino.
Buche, fondi dissestati ed oltre seimila incroci che provocano circa ventimila incidenti all’anno. Una media in aumento del 2% circa all’anno. È un dato che preoccupa, unitamente al degrado stradale costantemente crescente. In particolare, sono le due ruote a subire le maggiori insidie e le questioni più spinose verranno analizzate al prossimo congresso della “Conferenza Internazionale sulla Sicurezza Stradale” dalla giornata di oggi al 25 ottobre in programma al Dipartimento di Ingegneria di Roma Tre.
Tornando alla questione degli incidenti, il dato rileva la presenza delle criticità in luoghi circoscritti: «Sono quasi sempre gli stessi – dichiara Di Benedetto – i seimila incroci hanno una media di 2,5 incidenti. Ma in alcuni, in 15 soprattutto, la media è enormemente superiore e si arriva a 50 o 60 l’anno: è qui che bisogna intervenire. Quelli più pericolosi? La via Palmiro Togliatti all’altezza di via della Serenissima, la Cristoforo Colombo all’altezza di Casal Palocco-Axa. E anche le arterie più pericolose per gli automobilisti sono sempre le stesse: di nuovo la Colombo, la Casilina, la Tiburtina, la Via del Mare. Sono le teste della classifica, basta intervenire qui per avere la speranza di un trend negativo quasi sempre gli stessi: i seimila incroci hanno una media di 2,5 incidenti. Ma in alcuni, in quindici soprattutto, la media è enormemente superiore e si arriva a cinquanta o sessanta l’anno: è qui che bisogna intervenire».
Quali sono le zone più pericolose? «La via Palmiro Togliatti all’altezza di via della Serenissima, la Cristoforo Colombo all’altezza di Casal Palocco-Axa. E anche le arterie più pericolose per gli automobilisti sono sempre le stesse: di nuovo la Colombo, la Casilina, la Tiburtina, la Via del Mare. Sono le teste della classifica, basta intervenire qui per avere la speranza di un trend negativo»