Roma, 31 ottobre – La crisi nell’Eurozona è colpa della Germania. Gli Stati Uniti affondano un duro colpo, prendendosi probabilmente una rivincita sui recenti sviluppi dello scandalo Datagate, che ha rivelato le intercettazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel e lo fanno accusando le sue politiche economiche di essere responsabili della debolezza dell’Eurozona.
L’attacco arriva direttamente dal Rapporto sulla manipolazione statunitense che punta il dito sulla Germania accusandola dare troppo spazio all’export piuttosto che alla domanda interna. Critiche di questo genere non sono nuove al rapporto statunitense ma fino ad oggi erano state sempre condotte dietro le quinte e in maniera diplomatica. I tedeschi, una delle prime quattro potenze economiche mondiali,vengono menzionati anche prima della Cina nelle conclusioni del documento, i cosiddetti «Key findings», ossia i Paesi considerati problematici dall’America. La replica all’attacco di Washington non si è fatta attendere : «La critica è incomprensibile», ha replicato in una prima reazione il ministero delle Finanze a Berlino.