Roma, 19 novembre- Il presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi lancia l’allarme: secondo associazioni ed esponenti che si battono per la legalità, il 70 per cento di bar e ristoranti nel centro storico di Roma sarebbero in mano alla criminalità organizzata.
Non si tratta comunque di una novità: nel 2011 era stato sequestrato il Cafè de Paris, storico locale di via Veneto, in quanto nelle mani della ‘ndrangheta; stessa cosa l’anno scorso per il Caffè Chigi in piazza Colonna, mentre pochi giorni fa i sigilli sono toccati al pluristellato Hotel Gianicolo. Negli ultimi mesi sono stati decine i ristoranti, bar e locali notturni sequestrati o confiscati alla malavita.
Nazareno Sacchi, presidente della Fipe-Confcommercio ha però replicato che molti commercianti agiscono nella legalità ed è proprio per questo che il minisindaco Alfonsi ha rivolto un appello ai negozianti per invitarli ad agire insieme intraprendendo un percorso di lotta alla criminalità.
Dal momento che i municipi non possono intervenire in maniera diretta sul fenomeno è stata promossa un’iniziativa che si propone di incoraggiare gli esercizi che non inseriscono al loro interno le slot-machines apponendo dei bollini “Slot-free” e offrendo piccoli aiuti economici. In questo percorso, come afferma la presidente della commissione Legalità e sicurezza del I municipio Iside Castagnola, il municipio sarà coadiuvato dalla Regione Lazio che ha già promulgato un bando in questo senso; inoltre con l’aiuto della polizia municipale ci si assicurerà che dalle attività che hanno i videopoker venga rispettata la distanza prevista di 150 metri da scuole, ospedali e chiese.
La Alfonsi aggiunge che un “piccolo esperimento” è stato quello di mettere in trasparenza i venditori di castagne, portando alla luce il monopolio sotteso a questa piccola attività: il 70 per cento è infatti riconducibile ad una sola famiglia.
Oggi tutti i presidenti dei 15 Municipi romani hanno firmato un protocollo con l’associazione daSud e per combattere la criminalità si impegneranno a svolgere diverse azioni: dalla battaglia agli appalti truccati alla mappatura delle sale gioco e dei beni confiscati alla criminalità organizzata fino alla costituzione di presidi anti-corruzione. I Municipi potranno chiedere al Prefetto informazioni antimafia sulle imprese per appalti superiori ai 150 mila euro e una clausola prevede la possibilità di rescindere il contratto senza penali e in qualunque momento se dovessero arrivare notizie di imprese vicine alla criminalità fino all’obbligo di escludere da tutte le gare aziende legate alle mafie. E proprio a questo proposito l’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Paolo Masini ha annunciato che in Campidoglio si lavora alla creazione di una centrale unica degli appalti e che «non ci saranno mai più gare al massimo ribasso»