Roma, 21 novembre – Non sono ancora state seppellite tutte le vittime del terribile ciclone Cleopatra che si scatenano le polemiche. Chi poteva evitare questa catastrofe? Secondo Antonio Sanò, direttore di ilmeteo. it, i «modelli fisico- matematici avevano previsto già da giovedì quello che sarebbe successo lunedì» e che, in sostanza, l’allarme è stato lanciato troppo tardi. Il capo della Protezione Civile Gabrielli spiega «lo Stato dà le direttive, le Regioni fanno i dettagli e ciascuna stabilisce le procedure che i livelli intermedi devono seguire. Ce ne sono alcune che non hanno un progetto di pianificazione degli interventi e io ripeto che le previsioni sono importanti, ma se non c’è pianificazione, tutto è inutile». Il senso è che le ore di anticipo nel lanciare l’allerta sono importanti ma «fondamentali restano sempre gli effetti al suolo delle previsioni meteo, e quelli non si improvvisano. Si pianificano.» Certo è difficile accettare che l’allarme arrivi nei fax dei comuni di domenica, quando gli uffici sono chiusi. Nell’epoca moderna qualche ora dopo i sindaci sono avvertiti tramite un messaggino sul cellulare. Insomma dalla polemica adesso i cittadini si aspettano che si passi ai fatti. In un paese come l’Italia, in questo caso nella regione della Sardegna, violentata dalla cementificazione selvaggia sulla quale in troppi hanno lucrato ci si aspetta uno studio serio e approfondito sul dissesto idrogeologico. Inutile il rimpallo delle responsabilità delle istituzioni a cose fatte, sono i cittadini a dover rimanere vigili anche in nome delle 16 vittime e di quelle che potrebbero esserci in futuro.
Fonte: Il Corriere della Sera