Roma, 19 novembre – I numeri del ministero dell’Istruzione parlano di uno o due insegnanti ad alunno, mentre le associazioni denunciano che ogni insegnante lavora in media con cinque bambini. Il sostegno ai disabili nelle scuole subisce ulteriori tagli, con nessuna formazione o aggiornamento per il corpo insegnanti.
Il ministro dell’istruzione Carrozza ha permesso l’assunzione a tempo indeterminato di 26mila insegnanti, grazie alla nuova legge approvata in Senato lo scorso 7 novembre. Eppure lo sforzo, seppur ammirevole in questi tempi in cui il lavoro è un miraggio, non è sufficiente per quei bambini disabili che nelle scuole non riescono a trovare un’istruzione adatta a loro né una parità dei diritti. I genitori di figli invalidi al 100 per cento sono costretti a stare a scuola vicino al proprio ragazzo, perchè non c’è nessuno che possa aiutarli e accompagnarli nelle attività quotidiane. Spesso bambini remissivi e altri più aggressivi vengono tenuti insieme, senza nessun controllo, così che finiscono per farsi del male a vicenda. Inoltre se nell’istruzione primaria l’assistenza ai disabili è carente, essa scompare del tutto per le scuole secondarie superiori, in tutta Italia esistono solo pochi licei o istituti tecnici che possano effettivamente istruire dei ragazzi, mentre negli altri i giovani vengono parcheggiati in ampie stanza, spesso in gruppi eterogenei, e lasciati da soli senza neanche una costante supervisione, tantomeno qualsiasi forma di insegnamento. Infine l’assistenza ai disabili domiciliare è per lo più a pagamento, con tutor e psicologi privati, chiudendo così fin da subito le porte a tutte quelle famiglie che non possono permetterselo. I genitori denunciano anche che l’introduzione dell‘insegnante unico ha penalizzato la situazione. Infatti molti insegnanti che non sono rientrati nella graduatoria, imposta dalla Gelmini, si sono poi riciclati come insegnanti di sostegno. Ovviamente però non possiedono una formazione adeguata per sostenere l’assistenza ai disabili e la mancanza di periodici corsi di formazione, non permette loro nemmeno di crearsi questa formazione in itinere.
Sia gli insegnanti che le famiglie si sentono abbandonati dallo stato. Infatti come dicevamo mancano sia supporto psicologico che pratico e nella continua lotta ai numeri e alle statistiche, il Miur ha dimenticato che stiamo parlando di bambini e non di cifre.