Milano, 11 novembre – Secondo la Cgia di Mestre dal 2008 al giugno del 2013, sono 400mila i lavoratori indipendenti che hanno cessato l’attività, con una contrazione del 6,7 per cento. Nello stesso arco di tempo 7,2 lavoratori su 100 hanno cessato la propria attività.
Mancano misure di sostegno al reddito. Secondo il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi «tranne i collaboratori a progetto che possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione, di nessuna forma di cassa integrazione o di mobilità lunga o corta. Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare».
Una situazione difficile che ha spinto molti piccoli imprenditori a compiere gesti estremi. «In proporzione – continua Bortolussi – la crisi ha colpito in maniera più evidente il mondo delle partite Iva rispetto a quello del lavoro dipendente. Se in termini assoluti la platea dei subordinati ha perso ben 583mila lavoratori, la variazione percentuale, invece, è diminuita solo del 3,3 per cento, mentre l’incidenza percentuale della perdita dei posti di lavoro sul totale della categoria si è fermata al 3,5 per cento. Tassi, questi ultimi, che sono meno della metà di quelli registrati dai lavoratori indipendenti».