Roma – 11 novembre – La strage di Lampedusa si poteva limitare. La mappa che conferma l’accusa è stata pubblicata dall’Espresso, ed è il primo documento ufficiale che conferma l’accusa dei sopravvissuti dell’11 ottobre: “L’Italia ci ha lasciati morire”.
Il documento dimostra che il peschereccio si trovava molto più vicino a Lampedusa e che se i soccorsi fosse subito intervenuti la strage sarebbe stata evitata. Lo stemma in alto a sinistra è il simbolo delle “Armed forces of Malta”, le Forze armate maltesi. E la “x” a Sud di Lampedusa è il punto da cui il peschereccio che trasportava almeno 480 profughi siriani, tra i cui più di cento bambini, attendeva invano l’arrivo dei soccorsi.
Le due ore di ritardo, tra le 11 e le 13 hanno portato la morte di 268 persone, tra i quali più di 60 bimbi.
Se la centrale italiana avesse mobilitato già alle 11 del mattino i mezzi della guardia costiera da Lampedusa, le motovedette avrebbero raggiunto i profughi in due ore. Mentre i pattugliatori della guardia di finanza, sempre da Lampedusa, con la loro velocità di 40 nodi (74,1 chilometri all’ora) sarebbero potuti arrivare in un’ora e mezzo. Alla luce di queste prove dunque la strage si poteva almeno limitare, se non evitare del tutto.