Roma, 12 novembre – Si tratta del solito paradosso tragicomico all’Italiana, che una volta ancora ci fa notare la gestione irrazionale di problematiche serie, come quelle che riguardano la gestione delle carceri. Mentre in Italia, infatti, ci vediamo costretti a parlare di indulto e amnistia per risolvere in extremis tematiche mai affrontate alla base, in altri Paesi come la Svezia si presenta il problema opposto: nelle carceri ci sono sempre meno detenuti, e si pensa a riconvertirle in altri tipi di attività. In Svezia saranno infatti chiuse 4 carceri, giacché il numero di chi vive dietro le sbarre è sceso dell’1% ogni anno dal 2004, con un picco di calo nel quale dal 2011 al 2012 il crollo è stato del 6 per cento. Nils Öberg, capo dei servizi penitenziari svedesi, è sicuro che la tendenza si ripeterà anche quest’anno, affermando in un’intervista al Guardian che «La speranza è che alla base di questa tendenza ci siano i nostri sforzi in materia di riabilitazione e prevenzione. Ma se anche fosse così, non sarebbe sicuramente sufficiente per spiegare un calo così grande delle presenze». Öberg stesso riesce a stupirsi dei risultati del proprio Paese. Noi, invece, non ci stupiamo dell’assenza di questi nel nostro. Due modi totalmente diversi di intendere la carcerazione, due tendenze opposte, due Paesi agli antipodi.