New York, 28 novembre – Una dieta ascetica, frugale. Per ventuno giorni bisognerà assumere solo frutta, cereali integrali e verdura. Un regime alimentare rigido, ispirato all’Antico Testamento ed alla tradizione giudaico-cristiana, che strizza l’occhio anche alla fede. Una pratica che porta all’astinenza regolare dai pasti per lunghi periodi. È la “Dieta di Dio” o “Digiuno di Daniel”, una pratica che negli Stati Uniti sta letteralmente impazzando.
La dieta è seguitissima da un capo all’altro del paese, specialmente nelle comunità religiose del Paese. Il suo punto di forza sono la versatilità e la predisposizione a diverse declinazioni per il fedele sovrappeso, ma schizzinoso. Chi ha fiutato il business si starà crogiolando in una vera e propria miniera d’oro. Anche perché non ci sono diritti d’autore sul nome. Difatti, il “Digiuno di Daniel” deriva da una storia raccontata nella Bibbia: il nobile giudeo Daniele, per non contaminarsi, aveva preferito rifiutare le bevande ed il cibo che il re di Babilonia gli aveva offerto. Secondo i seguaci, dunque, rispettando questo regime alimentare: «Si può santificare il Signore, prendendosi anche cura del proprio corpo».
La rivista online The Atlantic riporta alcune testimonianze dei fedeli della dieta. Viene sottolineato come, all’inizio del percorso, l’intenzione principale fosse: «Continuare la tradizione religiosa del digiuno come offerta al Signore». Tuttavia, in seguito: «Hanno scoperto che l’astinenza rompeva un modello alimentare consolidato, ma poco sano per l’organismo e per l’anima». Hanno spiegato così al magazine alcuni dei seguaci intervistati.
Rick Warren, autore del libro “Purpose Driven Life” che ha già venduto oltre trenta milioni di copie, propone una delle tante variazioni sul tema possibili, presentando un volume ispirato al metodo biblico per dimagrire: “The Daniel Plan: 40 days to a healthier life”. L’opera è stata redatta insieme allo psichiatra Daniel Amen ed al medico Mark Hyman.
Warren è il leader della Chiesa di Saddleback in California, la quale conta ventimila seguaci. Egli ha iniziato a “predicare” la dieta già nel 2011 per poi divulgarla anche ai suoi adepti: «La dieta è composta al 70% da frutta e verdura – spiega Warren – e per il restante 30% da proteine magre e cereali integrali. Diciamo che è meno rigorosa rispetto alla maggior parte dei digiuni di Daniele, ma più virtuosa rispetto alla tipica dieta americana».
Secondo i dati del predicatore, sono state circa quindicimila le persone che lo scorso anno hanno seguito i suoi consigli alimentari. Ovviamente, ci sono alcune differenze tra le diverse proposte della “Dieta di Dio” praticate in USA. Ad esempio, Warren propone un piano alimentare che preveda una pausa di quindici giorni nel consumo di zucchero, caffeina, alcol e di tutti gli alimenti trasformati. D’altra parte, consente l’introduzione di carni e latticini. Ma solo alla fine della dieta.
Il numero di quaranta giorni non è affatto casuale, ma è ispirato sempre alla Bibbia. Warren, infatti, ricorda come il periodo rappresenti la durata del diluvio universale. Questo non è solo che uno dei riferimenti simbolici che, per chi crede, fanno molto più della “Dieta di Dio” di un semplice menu da seguire. Questo regime alimentare, piuttosto, rappresenta una guida che aiuta l’organismo nel cammino spirituale.
Naturalmente, non ci sono da aspettarsi miracoli. Almeno dal punto di vista fisico. Questa, come ogni dieta, dev’essere valutata da un esperto così da sapere se questa può essere adatta a chi la fa. Magari se ne gioverà spiritualmente, ma qualcuno dovrà sacrificarsi più di altri per ottenere medesimi risultati. La dieta, come la vita, può anche essere un mistero.