Roma, 27 novembre – Il Vesuvio erutterà di nuovo e provocherà un’esplosione catastrofica. A sostenerlo è Flavio Dobran, docente della New York University, che ha previsto l’eruzione sia dell’Etna che del Vesuvio: «All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà – spiega il docente – con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani. Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto ci sarà sia per l’Etna che per il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione».
Attraverso un simulatore, infatti, Dobran e la sua equipe sono riusciti a stimare la potenza e la rapidità con cui il vulcano erutterà, sia quella con cui raggiungerà le città vicine. Unica consolazione, secondo gli esperti, è che non si tratta di una cosa imminente e che il vulcano darà palesi segni di risveglio, mesi o addirittura uno o due anni prima. Il problema rimane comunque l’entità dei danni che causerebbe: «Abbiamo cercato di riprodurre al computer l’eruzione del 79 – spiega Dobran – e il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata».