Roma, 4 novembre – «In conformità alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo noi crediamo che la dignità sempre egualmente grande di ogni essere umano sia il fondamento della giustizia, della libertà, della democrazia e della pace». Recita così l’appello rivolto per la prima volta al popolo europeo per il referendum “Uno di Noi“. La raccolta firme dell’iniziativa si è conclusa con il superamento del quorum di un milione di firme e del numero di Paesi partecipanti (il requisito minimo era di sette Paesi mentre a partecipare sono stati in 20). Adesso il testo passerà all’esame della Commissione Europea così come previsto dal Trattato di Lisbona e al dialogo tra Bruxelles e il Comitato promotore dell’iniziativa.
L’appello continuava: «Noi crediamo, perciò, che tale dignità, con i diritti che ne derivano, debba essere riconosciuta senza alcuna discriminazione dal primo inizio della vita umana nel concepimento fino alla morte naturale. Noi crediamo che l’unità europea debba ritrovare motivazione e slancio recuperando la sua anima che affonda le radici nell’umanesimo che, fecondato dal cristianesimo, ha gradualmente costruito una visione della società che pone al centro la persona umana: ogni persona nella sua incomparabile dignità.
Noi crediamo che questo moto storico, che ha già vinto ogni dottrina di oppressione sull’uomo, che ha già liberato intere categorie di uomini dalla discriminazione, debba ora raggiungere la sua perfezione riconoscendo come “uno di noi” anche ogni singolo essere umano all’inizio della sua vita, quando, appena concepito, attraversa la condizione della più estrema fragilità umana».