Roma, 9 novembre – Dopo il successo sull’ Imu, il Pdl torna all’attacco e pretende tagli per 8 miliardi al cuneo fiscale e 2 miliardi in più per le pensioni.
Cancellazione Imu e ritorno alla tassazione sugli immobili del 2012 per cinque miliardi, sblocco, seppure parziale, dello stop alle indicizzazioni delle pensioni per due miliardi, queste sono le modifiche alla legge di Stabilità, messe a punto ieri dagli esperti del Pdl, su consiglio di Berlusconi. Lealisti e filo-governativi si sono riuniti con l’ex premier per decidere proprio le modifiche imprescindibili alla manovra economica e, per una volta, si sono trovati tutti d’accordo. Ovviamente i tagli presuppongono anche nuove entrate per coprirli, che il Pdl sembra aver già trovato, ci si baserà sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia detenute dalle banche, sulla vendita delle spiagge e la cessione di tutto il patrimonio in mano agli Iacp. Solo per il taglio di otto miliardi al cuneo fiscale, che si sommerebbero ai cinque miliardi già previsti, il Pdl chiede al governo di portare al tre per cento il rapporto deficit/pil cancellando totalmente il margine necessario per ridurre il debito pubblico.
Le forti critiche del Pdl e di Berlusconi e addirittura la presentazione di una contromanovra sembrano argomenti e sistemi da opposizione, più che da alleati. Per esempio, tanto per mostrare il clima interno alla maggioranza, Daniele Capezzone, presidente delle finanze alla Camera ha definito la Tasi, che sostituirà l’Imu, come «inganno per i nostri elettori, che va scongiurato». Il rischio dello strappo proprio sulla legge di Stabilità è palpabile e rende sempre più difficile il lavoro di mediazione delle “colombe”. Se poi il voto per l’approvazione definitiva della legge sarà successivo a quello sulla decadenza probabilmente ci sarà una nuova maggioranza a votarlo. Di cui la “stabilità” si vedrà di voto in voto.