Roma, 27 novembre- Da questa sera Berlusconi potrebbe non essere più un senatore della Repubblica e fra alcuni mesi potrebbe anche essere interdetto dai pubblici uffici, perdendo così il titolo di Cavaliere, che Leone gli conferì nel ’77. Qualcuno sostiene che il ventennio berlusconiano terminerà, come ingoiato dalla condanna.
Proprio sulla domanda su cosa ne sarà della storia e del lascito del ventennio berlusconiano oggi si interrogano, non solo le forze politiche, ma l’intera opinione pubblica. Al di là dei giudizi morali, Berlusconi ha segnato la storia di questo Paese. Ha rifondato ed allargato la base elettorale di destra grazie a Forza Italia, ha inserito sentimenti ed emozioni nel linguaggio politico, rendendolo comprensibile e vicino agli elettori. Un imprenditore favorevole all’industria e alle mega aziende con non poche contraddizioni interne, da una parte la legge e l’ordine, temi cari alla destra, e dell’altra il non pagamento delle tasse e lo Stato ladro. Oppure i valori cristiano-cattolici e poi i divorzi e le storie extra-matrimoniali. Un personaggio politico, dalle mille sfaccettature, che ha creato la sua storia e la sua fortuna sulla decadenza della sinistra e sulla paura di un comunismo staliniano, dittatoriale e repressivo (inimmaginabile in Italia, a fianco del Vaticano).
E adesso sembra finire, gli amici e i compagni di lotta lo hanno abbandonato, le aziende crollano in borsa e l’interdizione dai pubblici uffici si mostra dall’angolo in tutta la sua pericolosità. Addirittura Berlusconi rischia l’arresto, se qualche procura “birichina” decidesse di chiedere il mandato ad un magistrato. Non si può negare però che una condanna o la decadenza non saranno sufficienti ad abbattere il ventennio berlusconiano. Non si potrà abbattere il forte individualismo che ha creato, il mito della donna immagine, la sinistra che odia ( che è anche vero) i magistrati comunisti e corrotti. Sia perchè Berlusconi continua a dirigere grandi aziende e mezzi di comunicazione ( tv, giornali ed editoria), sia perchè egli ha influenzato culturalmente questo Paese e le basi civili e culturali non si abbattono in una notte con un voto. La politica che rimane dovrà cambiare rotta, mostrare come la corruzione e le tangenti non andranno più avanti. Allo stesso modo lo Stato che emana, a pieno titolo, il sistema legislativo, non dovrà più essere il dittatore che crea le leggi e non le rispetta. Partendo da queste e poche altre basi si può superare il ventennio berlusconiano, che lui torni in Senato o no.