Roma, 3 dicembre- Dopo l’incidente di Fukushima, Tokyo ha minimizzato la questione sia con i giapponesi che con la comunità internazionale, ma adesso è costretto ad ammettere che l’emissione di materiale radioattivo non si è mai fermato. Sembrano venire alla luce tutte le crepe nella ricostruzione dell’incidente nucleare in Giappone, secondo molti scienziati Fukushima ( così come successe per Cernobyl) era stata progettata male, i generatori di emergenza non erano posizionati in sicurezza, l’impianto di raffreddamento non funzionava a dovere. Insomma quello che era stato descritto come un tagico evento dovuto alla forza incontrollabile della natura si rivela invece essere il risultato dell’incuria e della leggerezza dell’uomo. Tokio ammette che la situazione non è mai tornata sotto controllo dopo il disastro nucleare del marzo 2011 e che anzi continua lo sversamento in mare di acqua radioattiva, utilizzata per tentare di raffreddare l’impianto. Inoltre è ancora sconosciuta l’esatta condizione dei reattori coinvolti nel collasso, qualcuno ha parlato anche di liquefazione del suolo. Quello che preoccupa di più però è il tentativo di rimozione delle 400 tonnellate di combustibile nucleare, iniziato lo scorso novembre. Una riqualificazione così in grande scala non era mai avvenuta, gli esperti parlano di contenere radiazioni equivalenti a 14 mila volte la bomba atomica di Hiroshima. Inoltre la bonificazione di Fukushima, sperando che riesca, comporterà una spesa di 11 miliardi di dollari per un totale di 40 anni.