Roma, 3 dicembre- Ieri un centauro è rimasto ucciso sulla Colombo per la caduta di un albero. La pianta risultava pericolante ed era ancorata con un cavo di acciaio, probabilmente rotto, che ha ceduto o per il forte vento o per la scarsa manutenzione. Adesso i familiari chiedono giustizia per il loro caro Gianni Danieli, fisioterapista dell’Infernetto, che lascia una moglie e due bambini. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, anche se per il momento non ci sono indagati, lo scopo sarà quello di capire se la morte di Danieli è una tragica fatalità o se è stata provocata dall’incuria e dalla disattenzione degli organi competenti. Sono stati già disposti i primi rilievi su strada per capire la robustezza del pino in questione, ma anche la sicurezza degli altri che lo contornavano. Poi un meteorologo studierà attentamente il clima e la forza dei venti in quel quadrante di Roma, per capire l’effettiva influenza sulla caduta della pianta. Infine è stata già autorizzata l’autopsia, anche se non ci sono dubbi che la morte sia sopraggiunta per lo schiacciamento dell’albero. I familiari ieri hanno nominato il loro difensore e hanno parlato con il magistrato, denunciando la situazione di incuria per la Colombo, il suocero della vittima ha accusato che il cavo di acciaio era rotto da più di un anno e a prova ci sono le riprese satellitari di Google maps, inoltre sembra che anche gli altri alberi siano pericolanti e inclinati sul ciglio della strada. «Quell’albero non si teneva in piedi- ha riferito il padre di Danieli- era stato ancorato chissà quando con un cavo d’acciaio rotto da più di un anno. Abbiamo la prova su un video di google maps e l’abbiamo riferito a chi sta indagando. L’albero accanto a quello che ha ucciso mio figlio è inclinato almeno del trenta per cento». Il primo ad essere sotto accusa per quanto avvenuto è il Servizio manutenzione territorio e ambiente del Campidoglio, anche perchè già nel 2009 la Colombo era stata teatro di un’ altra “tragica fatalità”. In quel caso morì, investito da un ramo, Danile Innocenzi, dermatologo di fama internazionale e docente alla Sapienza. Fu il figlioletto a vederlo morire schiacciato e a riconoscere le sue scarpe che spuntavano dalle fronde. All’epoca non ci furono condanne, ma questa volta la famiglia di Danieli, stretta nel dolore, non ci sta a far insabbiare tutto e dichiara di essere pronta alla battaglia per sapere la verità «Ci sono due bambini che aspettano il padre. Un papà che tornava dal lavoro e viaggiava in moto a cinquanta chilometri orari. L’orrore è arrivato dall’alto. E le eventuali scuse non bastano».