Roma, 3 gennaio- Nata il 5 ottobre 2001 in India, una bella bambina dal fascino orientale, il papà la mattina la accompagnava a scuola e le dava il suo sacchetto con il pranzo. Cercava di farle avere un futuro, lontano da degrado e violenze, per questo cinque mesi fa avevano lasciato la lontana provincia di Bihar e si erano trasferiti in città, ad appena 40 km da Calcutta. Ma non è bastato, anche nella nuova casa e nella scuola migliore c’era un branco di bestie. Il 25 ottobre la bambina, di 12 anni, è stata violentata la prima volta da un gruppo di suoi coetanei, che sono poi tornati all’attacco il giorno successivo. La piccola, aiutata e supportata dal suo papà, si è rivolta alle forze dell’ordine, denunciando i suoi aggressori. Pochi giorni fa la triste notizia, la bambina era incinta, forse sarebbe nata una creatura da quella bestialità. La 12enne non aveva ancora deciso cosa fare per la gravidanza, perchè il processo si avvicinava e aumentava la paura di testimoniare e di dover rivivere di fronte a tutti quei momenti di urla e oscurità. Non c’è stato tempo e non ce ne sarà più per la bambina, già tristemente donna, già tristemente mamma. E’ morta. Bruciata dalle stesse bestie che l’avevano violentata, per non farla parlare, per ridurla per sempre al silenzio. Tutta l’India è sconvolta, in centinaia si sono radunati a Calcutta per testimoniare la loro vicinanza alla piccola bambina, tutta l’India chiede giustizia, perchè non accada più, perchè non è più tollerabile.
di Elisa Bianchini