Roma, 5 febbraio- Una casa desolata a Milano, un cammino spento e una processione di parenti e amici. Oggi si presenta così l’abitazione della famiglia Cutrì, dopo la morte in una sparatoria del figlio più piccolo Antonino. Oggi la madre parla e esorta l’altro figlio, tutt’ora latitante, a non costituirsi, in modo che il fratellino non sia morto invano. Tutto è iniziato con la condanna all’ergastolo di Domenico Cutrì, accusato di associazione mafiosa e presunto boss della ‘ndrangheta. Durante il suo trasferimento definitivo in carcere, lunedì, un gruppo armato e a volto coperto ha tentato di liberarlo, prendendo in ostaggio un passante. Sono stati sparati circa 30 colpi fra gli assalitori e le guardie carcerarie, ma la liberazione è riuscita, Domenico era di nuovo senza manette. Poco dopo però il fratello minore è’ stato lasciato a casa della madre, ferito da un colpo di pistola. E’ stata la donna a portarlo in ospedale, ma la sua situazione era gravissima, tanto che è giunto in nosocomio già cadavere. Oggi la signora, attraverso i media, ricorda al figlio Domenico del sacrificio del fratello per liberarlo, sacrificio che sarebbe vanificato se venisse preso. «Mimmo ascoltami: non ti costituire. Tuo fratello si è sacrificato per te. Non ti consegnare, Mimmo. Scappa, scappa Mimmo. Altrimenti Nino è morto per niente». Queste sono le parole choc della donna che ha ricevuto i giornalisti in lacrime, accusando i magistrati di non averle lasciato vedere neanche il corpo del figlio.
di Elisa Bianchini