Roma, 28 febbraio- Proprietari e gestori di bar e ristoranti sono tornati in piazza, con fischietti e pettorine, per manifestare contro il piano di massima occupabilità del Comune. Al centro della protesta ci sono le nuove regole di posizionamento di tavolini, ombrelloni, stufe e quant’altro i locali esibivano nelle vie del centro storico, per prendere un caffè all’aperto ammirando la Fontana di Trevi. Oggi però è entrata in vigore la delibera comunale che riduce molto la spazio per i dehors e li vieta del tutto in alcune zone del centro. Questa mattina i ristoratori sono scesi in corteo sul Lungotevere, all’altezza di Bocca della Verità, nel tentativo di portare la loro protesta negli uffici comunali. Tre persone sono state fermate dalla celere e fatte salire su una camionetta, mentre la polizia e il corteo entravano in contatto. I momenti di tensione sono scaturiti dal blocco del traffico da parte dei manifestanti, che ha mandato in tilt tutto il Lungotevere, già intasato in condizioni normali. Sembra che nella confusione una trentina di ristoratori abbia cercato di introdursi negli uffici comunali in piazza Bocca della Verità, ma gli agenti li hanno intercettati e riportati sulla strada. Il corteo ha accusato il comune di non aver voluto aprire nessuna trattativa, mentre le loro proposte erano numerose e contrastavano il degrado così come voluto dall’amministrazione. «Ieri i vigili sono passati a via Panisperna ad annunciare che inizieranno a fare le multe -hanno dichiarato alcuni gestori- Noi chiediamo il congelamento del provvedimento, per sei mesi, fino al 30 settembre, in modo da iniziare i tavoli tecnici in cui valutare le nostre proposte. Da domani scatteranno i controlli a tappeto, con pesanti multe e rimozioni. Inoltre al terzo verbale comminato parte la chiusura dell’attività commerciale, stanno creando i presupposti per renderci abusivi o per metterci in mezzo ad una strada. Dobbiamo difendere le nostre imprese ».