Roma, 15 marzo – Dopo aver pulito villa Lizzi, presso viale della Vittoria, il cittadino di Agrigento Marcello La Scala è stato diffidato dal Comune della sua città; la contestazione dell’ente è la seguente: “l‘effettuazione di lavori in spazi di proprietà comunale senza titolo autorizzativo.” E poi ancora: “Un cittadino non può sostituirsi alla Pubblica Amministrazione, se non nei termini previsti dalle normative disposte“.
La Scala ha risposto al Comune con parole di giusto sdegno, sottolineando il paradosso di un’amministrazione che invece di vergognarsi per la totale incuria in cui sono lasciati non uno ma molti spazi (verdi e non) della città, invece di scusarsi, diffida un privato cittadino che, essendosi armato della sua sola buona volontà e dei pochi mezzi a sua disposizione, ha avuto la “colpa” di fare quello che avrebbe dovuto fare la pubblica amministrazione, falciando erba alta quanto una persona, raccogliendo rifiuti ed escrementi, permettendo insomma ai suoi concittadini di usufruire di uno spazio pubblico, cosa che non avevano potuto fare per mesi. Il coraggioso cittadino agrigentino ha poi rincarato la dose invitando l’amministrazione, la prossima volta, (perché sì, ci sarà sicuramente un seguito in quanto egli non mollerà e tornerà, dice, con la motozappa, nel parco) a denunciarlo direttamente invece di diffidarlo, e a fare lo stesso con gli altrettanti concittadini che, si dice sicuro, lo seguiranno nell’impresa, questa volta. Il suo è un “Denunciateci tutti” rivolto al potere che somiglia molto all'”Ammazzateci tutti” con il quale, non molti anni fa, i suoi conterranei apostrofavano un altro potere: quello mafioso. E’ veramente triste considerare come, in alcune circostanze, lo stato debba essere considerato più un nemico che un alleato.