Roma, 5 marzo – I protagonisti di “Mani pulite” si riuniscono e ce la raccontano, all’Università degli studi di “ Tor Vergata”, vent’anni dopo l’inchiesta che ha sgominato la classe politica scaturendo il passaggio dalla prima alla seconda Repubblica: Marco Travaglio, storico d’eccezione e di “retroscena” e autore dell’omonimo libro “Mani pulite, la vera storia 20 anni dopo”; Antonio di Pietro, ex pm e simbolo dell’inchiesta; Carlo Taormina nell’insolita veste di moderatore nonché avvocato di molti imputati d’élite coinvolti all’epoca nel processo.
Caloroso l’abbraccio tra Antonio Di Pietro e il prof . Taormina, dirà l’ex pm più avanti: “Io e lui ci siamo sempre rispettati sul piano personale ma ci siamo sempre combattuti sul piano processuale a viso aperto”.
Presenti anche altri illustri esponenti del mondo Accademico e non, ad aprire il convegno è il Presidente della Confartigianato Abruzzo, portando i saluti della comunità e in particolare degli Aquilani del quale dice: “Non hanno recuperato l’assetto sociale e soprattutto edilizio”, focalizzando l’attenzione dei presenti sulla propagazione e sul radicamento che il grado di corruzione ha raggiunto soprattutto a livello periferico : “Proprio le Regioni hanno rappresentato le vere e proprie fucine, dove sono state forgiate le robuste strutture portanti di un’ esperta burocrazia che ha provocato irreparabili danni al territorio”.
La parola passa poi ad Antonio Turri, Presidente dell’associazione “Cittadini contro la mafia e la corruzione”, ex commissario di polizia e testimone diretto di quegli anni che racconta, in un intervento accorato: “Non è cambiato nulla” dice “La corruzione è un fenomeno sociale […] un modo di fare”, sottolineando l’omertà e la paura nei cittadini, la connivenza mafiosa a Palermo quanto a Latina con un ricordo lucido dell’omicidio di Don Cesare Boschin ovvero della sua storia: “Mi hanno mandato a comandare la polizia stradale […] ero talmente bravo da dirigere il traffico” ammette sarcastico.
Presente anche il Professor Francesco Piva, docente di storia Contemporanea dell’Università di “Tor Vergata”, il quale riassumendo in breve i principali passaggi storici cede il passo a Marco Travaglio.
Attesissimo e più volte applaudito il vicedirettore del “Fatto quotidiano” , che fa una ricostruzione puntuale del sistema di corruzione vigente, analizzando i modi di profusione delle tangenti, tutt’altro che scomparsi: “Tangentopoli è viva e lotta insieme a noi” e attacca anche l’attuale classe politica: “Nel 92’ abbiamo avuto il default, l’Italia è stata presa per i capelli, […] adesso siamo esattamente nella stessa situazione, stanno aspettando il Cottarelli, c’è Cottarelli in arrivo con quattro miliardi di spending review, è l’unica fantasia che gli è venuta a Renzi e a Monti e intanto continuiamo a lasciare intatti 150 miliardi di evasione fiscale e 60 miliardi di corruzione, siamo l’unico paese d’Europa che se tu ti ricicli i soldi che hai rubato da solo non commetti reato”.
La conclusione spetta ad Antonio di Pietro, che si getta in un ricordo colorito ed appassionato: “Non è vero che non si può combattere la corruzione” e detta le linee di quella che sarebbe una sua ipotetica azione di governo in tal senso: “Cercherei di rendere conveniente a chi ha a che fare con la pubblica amministrazione, comportarsi bene più che comportarsi male”, Mani pulite aggiunge poi :“Vive di due momenti di fondo, uno dal 92’ al 94’ quel che scopriamo e uno dal 94’ al 96’ quel che paghiamo per quelle scoperte”. Infine, la riflessione l’ex pm la lascia agli studenti con un monito : “Cercate di servire lo Stato e non di servirvene”.