Roma, 3 marzo – Si è svolta tra il 28 febbraio e l’1 marzo la seconda edizione di OrvietoScienza. L’appuntamento, che vuole diventare annuale, ha soprattutto lo scopo di promuovere l’insegnamento della scienza nella scuola italiana.
Sede della manifestazione è stato il Palazzo del Capitano del Popolo, adibito ai congressi, al centro della bellissima cittadina umbra, e le due giornate sono state scandite da interventi, seminari e mostre, dedicati quest’anno al rapporto tra scienza e diritto.
Scienza – Diritto è un binomio che qualsiasi cittadino dovrebbe conoscere per poter vivere in un ambiente sano e proiettato verso un futuro sostenibile. La consapevolezza dei propri diritti garantisce al singolo la capacità di elaborare con cognizione di causa giudizi di valore su temi attinenti alle scienze della vita. Il seminario, moderato da Valentina Murelli, ha visto l’alternarsi degli interventi di Bruno Bertolini (Università ‘Sapienza’ di Roma), Chiara Ceci (Royal Society of Chemistry), Pietro Greco (giornalista scientifico e scrittore), Giuseppe O. Longo (Università di Trieste), Antonio Masiero (Infn), Telmo Pievani (Università di Padova), Luigi Pellizzoni (Università di Trieste), Carlo Alberto Redi (Università di Pavia) e Amedeo Santosuosso (presidente dell’European Centre for Law, Science and New Technologies dell’Università di Pavia).
Nella prima giornata, venerdì 28 febbraio, nella suggestiva Sala Etrusca è stato presentato il progetto di quest’anno e il suo manifesto, che vede la scuola come inseminatrice della vita di tutti noi a ogni livello, economico, sociale, politico e culturale. La scuola, nuova agorà, dovrebbe insegnare a capire “per stimolare l’immaginazione e l’intuito, per sviluppare la fertilità mentale, per ripulire la mente da dottrine e pregiudizi”.
Ed è la scuola che deve fornire gli strumenti per accedere alla cittadinanza scientifica, “promuovendo un legame tra i ricercatori, i divulgatori, la comunità scientifica e il territorio di riferimento”.
La manifestazione ha voluto anche essere “interattiva” proponendo concorsi in cui si sono cimentati sia ragazzi che adulti.
Le sezioni sono state tre:
Loghiamo OrvietoScienza, dove sono stati presentati i lavori grafici dei ragazzi del liceo artistico di Orvieto fra i quali è stato scelto il logo del festival di quest’anno;
Uno scatto di Scienza che ha visto foto inviate da studenti, ricercatori e appassionati di fotografia;
La Scienza si mette in corto, in cui studenti e non si sono cimentati nella realizzazione di video, che sono stati proiettati a ciclo continuo nella sala espositiva.
Tutti i lavori, non solo quelli dei vincitori, sono stati esposti a Palazzo del Capitano nella sala Expò insieme a Riscattiamo la Scienza, mostra itinerante di immagini presentate al concorso fotografico indetto dal CNR per i suoi 90 anni, e Ovunque Scienza, dieci scatti con cui la TWAS, l’accademia mondiale delle scienze, che ha sede a Trieste, vuole portarci in paesi dove la scienza diventa uno strumento di crescita sociale ed economica.