Roma, 10 marzo, 2014 – Manca una settimana al referendum per il ritorno in Russia della Crimea e Putin insiste a occupare militarmente la penisola, con il baluardo della “legittimità” delle nuove autorità locali e della consultazione referendaria. La Crimea sembra sotto il controllo di Mosca e anzi, il rischio si estenda alle altre regioni dell’Ucraina sale di ora in ora.
La Cancelliera tedesca Angela Merkel lo ha definito un referendum privo di legittimità costituzionale e contrario al diritto internazionale. Questo l’oggetto della telefonata tra la stessa Merkel e Putin che ha ricevuto anche una telefonata dal premier britannico invece sulle forze armate russe o filo russe stanziate nel Mar Nero. Telefonate e azione militare procedono paradossalmente di pari passo. La Russia ha occupato l’aeroporto di Saki, nell’Ovest della Crimea e, secondo fonti ucraine, di quello di Dzhankoy, nel Nord della penisola. Intanto il governo di Kiev diffonde un video di esercitazioni di caccia armati, pur negando di voler inviare truppe in Crimea.
L’Occidente si esprime attraverso minacce di sanzioni e colloqui diplomatici. Due giorni fa a Donetsk, avamposto del presidente Viktor Yanukovich, c’è stata una enorme manifestazione contro il governo ucraino di Kiev portata avanti dai filorussi. La minaccia di secessione dall’Ucraina sembra vicina e il colloquio tra Lavrov ministro degli Esteri russo e il segretario di stato americano Kerry ha accelerato gli attriti.
In effetti mentre non si cede da nessun lato, l’imposizione di sanzioni minaccia le relazioni diplomatiche come economiche tra Oriente e Occidente. L’ipotesi di abbandonare la Crimea non è presa in considerazione dalla Russia che considera di tutelare i propri interessi in Ucraina. Lavrov si è detto secondo Skynews, disponibile «a un dialogo onesto, equo, obiettivo con i nostri partner stranieri per trovare tutti una via per aiutare l’Ucraina ad uscire dalla crisi». Il presidente Usa Obama e la cancelliera Angela Merkel hanno già avuto tre colloqui telefonici la cui conclusione sembra la necessità di un dialogo diretto tra Ucraina e Russia.
A margine della giornata convulsa del 4 marzo, la Casa Bianca aveva annunciato un G7 per isolare Putin “Noi, Stati Uniti, i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e il presidente del Consiglio Europeo e il presidente della Commissione europea – esordisce il comunicato – ci uniamo per condannare la chiara violazione della Russia della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina”. I colloqui hanno determinato con i paesi che sono in linea con una condanna, un cordone sanitario.
Intanto però la Russia blinda la Crimea ipotecando la sua annessione a Mosca, per dettare le condizioni dell’eventuale mediazione.
Crimea: Ucriana- Russia sulla frontiera dello scontro
21 Marzo 2014 @ 13:24
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