Occuparsi delle proprie faccende mentre si dovrebbe essere a lavoro non fa più notizia, specialmente quando si parla del settore pubblico. A far notizia, semmai, è la proposta del pm Maria Assunta Cassavia per il caso “Assenteismo Camera”, che vede coinvolti i dipendenti statali Michelina Saliola, Alessandro Pedani, Enrico Boccalaro, Elisabetta Polese e Maria Gabriella Petrone, accusati di truffa, da cui la richiesta di un anno di carcere per gli indagati in questione.
Con un tesserino elettronico non regolamentare i cinque erano riusciti ad aggirare il sistema di controllo delle timbrature volto a verificare le presenze lavorative. Un sistema che ha permesso a ben 17 dipendenti di Montecitorio, i quali solo formalmente risultavano a lavoro, mentre di fatto erano fuori dai rispettivi uffici. Dodici di loro dopo la denuncia avevano patteggiato una pena tra i tre e i sei mesi di reclusione, per latri cinque invece si è andato avanti con il processo ordinario.
L’indagine in questione è partita nel 2009, quando il presidente della Camera era ancora Gianfranco Fini, in seguito ad alcuni controlli risultati poi anomali. Nello specifico, l’anomalia riguardò proprio alcuni dipendenti della segreteria, di cui fini fu subito messo a parte. L’ex Presidente denunciò allora il fatto, invece che procedere ad un’indagine interna come lo stesso regolamento della Camera prevede. Terminata l’indagine, la scoperta: 17 impiegati aggiravano il sistema elettronico delle presenze.
Diversi i modi per aggirare il sistema delle timbrature, tutti incentrati sull’utilizzo di tesserini contraffatti. Spesso, venivano utilizzati badge non ancora disattivati di dipendenti andati in pensione. Altri ancora, utilizzavano il tesserino riservato all’amministrazione non nominale. Una serie d’assenze, quindi, che però non influiva sullo stipendio degli addetti ai lavori, uno stipendio conteggiato sul mote ore cumulativo.
Dopo l’autodichia, cioè l’autorizzazione da parte del Parlamento di permettere le indagini al suo interno da parte delle forze dell’ordine, l’assenteismo è costato caro a molti. Dopo i patteggiamenti e le richieste del pm, nel frattempo, il sistema di timbratura è stato sostituito.
Roma, 15 aprile