Soprannominato “Il Re delle Pulizie”, il patrimonio di Giovanni De Pierro, 64 anni, è stato posto sotto sequestro martedì mattina dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanzia. In totale sono stati confiscati 74 milioni di euro tra contanti, conti correnti, società, consorzi e partecipazioni all’estero. Nello specifico, 15 le società al vaglio della Fiamme Gialle e 60 i milioni di euro in contanti ritrovati in una delle sue abitazioni.
Il sequestro in questione – per l’imprenditore emigrato in Spagna – è già il secondo nell’ambito dell’inchiesta denominata “Movida 2”. L’uomo è indiziato quale organizzatore di una struttura criminale di tipo piramidale e operante fra la Capitale e alcuni paesi latini, il tutto con l’obiettivo di riciclare denaro proveniente da attività illecite.
Con l’ultimo sequestro – che comprende anche il Consorzio Nautico Toscano con sede a Roma e cantieri a Rosignano Marittimo di Pisa – i beni sequestrati a De Pierro raggiungono il valore complessivo di 351 milioni di euro.
Dalle indagini avviate dal Gico nel 2012, il paravento per le attività illecite era proprio alcune società di pulizie intestate ad alcuni prestanome, assicurandosi da una parte un importante numero di appalti, e dall’altro la possibilità di evadere le somme dovute all’erario, all’Inps e agli Enti Locali. Il tutto è avvenuto con società che “nascevano” e “morivano” nell’arco di due o tre anni, per poi essere messe in liquidazione. In alcuni casi, queste società venivano addirittura trasferite all’estero.
Il primo sequestro, invece, ha come data il 29 gennaio scorso, con alla sbarra 73 società italiane e 13 estere per un valore di 277 milioni, sono stati posti sotto sequestro anche una serie di conti correnti e polizze e messo sotto indagine 15 persone giuridiche operanti fra la cantieristica navale e i servizi alle imprese. L’operazione ha permesso di portare alla luce l’intreccio fraudolento su cui si costruisce l’impianto accusatorio nei confronti dell’imprenditore.
Secondo gli investigatori, quindi: “gli accertamenti svolti hanno consentito di accertare come il De Pierro sia riuscito nel tempo ad accumulare un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare, del tutto incongruente rispetto ai redditi dichiarati. Tale sproporzione, unita alla qualificata pericolosità sociale, ha permesso di richiedere ed ottenere, ai sensi del Codice antimafia, l’applicazione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e il sequestro finalizzato alla confisca dell’intero patrimonio direttamente o indirettamente riconducibile a Giovanni De Pierro. Patrimonio, allo stato, stimabile in complessivi 351 milioni, di cui circa 65 costituiti da disponibilità finanziarie giacenti su conti correnti e polizze in Italia e all’estero”.
Roma, 15 aprile