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2 Comments

  1. Andrea
    25 Aprile 2014 @ 16:52

    Semplicemente il più grande pensatore e uomo politico del paese. Sempre trascurato o mistificato per la coerenza fino alle estreme conseguenze di antifascista e difensore della classe operaia, figura poco utile per essere utilizzata per la “pacificazione” e “equiparazione” tra chi combatteva dalla parte del nazi-fascismo e chi contro. Nel nostro paese è un simbolo non solo per la resistenza, e quindi per chi voleva uscire dal fascismo con una democrazia progressiva, ma anche per chi lotta contro lo sfruttamento selvaggio del lavoro. Fu infatti il promotore delle occupazioni delle fabbriche nel cosiddetto biennio rosso che, secondo lui, dovevano bloccare le offensive padronali e imporre gli interessi dei lavoratori. Insomma oggi sarebbe stato probabilmente un fiero oppositore della riforma Fornero o del Jobs Act di Renzi.
    Dimenticato nel nostro paese, resta comunque uno dei baluardi nei paesi in rivolta che cercano una strada differente da quella imposta dal capitalismo. In America Latina come in Asia.

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  2. guido
    25 Aprile 2014 @ 18:49

    Credo, mai come oggi il pensiero di Antonio Gramsci sia da seguire, per i giovani e per noi stessi, votati da tempo alla sola frivolezza della vita. Mi augurerei che il suo messaggio possa contribuire alla rinascita di una autentica classe di intellettuali. Oggi più che mai asservita al potere e a lui genuflessa per inedia, incapacità e calcolo. L’intellettuale come solo baluardo contro l’arroganza di un potere sempre più fagocitante è figura necessaria per una società più equa e giusta.. ma in questo, [sull’intelligenza] contrariamente ad Antonio Gramsci, rimango pessimista.

    Grazie.

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