Un allevatore di Irgoli (Nuoro), alcuni giorni fa ha ucciso un cane meticcio, di appena sette mesi, legandolo alla propria autovettura e trascinandolo sull’asfalto per diversi chilometri, fino ad ucciderlo tra atroci sofferenze. Al fatto ha assistito anche il figlio sedicenne dell’allevatore, presente insieme al padre all’interno dell’autovettura. A denunciare l’uomo Enpa, L’Ente Nazionale Protezione Animali.
La Procura procederà anche rispetto alla posizione di tutela che il genitore avrebbe dovuto avere nei confronti del minore.
L’allevatore ha spiegato anche il perchè di un gesto così spregevole, e la “giustificazione” che ha fornito l’uomo di certo non aiuterà la sua posizione, che sicuramente si è aggravta sia dal punto giuridico che dal punto morale.
«Abbiamo ucciso quell’animale perchè infastidiva le nostre pecore» ha spiegato l’allevatore.
Un cimine incomprensibile e inaccettabile.
«Per questo – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali – il nostro ufficio legale con la denuncia chiede non soltanto che l’uomo venga processato per i reati di maltrattamento ed uccisione di animale, per i quali può essere condannato ad una pena detentiva da tre a 18 mesi almeno, ma che siano riconosciute a suo carico le circostanze aggravanti legate ai motivi abietti e futili. Per spiegare l’efferatezza di un gesto tanto spregevole la crudeltà non basta; tale crimine può avere origine soltanto da una smisurata malvagità.»
Roma, 17 Aprile.