Sulle cause della morte di Marco Iovini ci sono ancora molti punti da chiarire, però un fatto è sicuro, circa le ultime volontà del 24 enne deceduto sulla tangenziale in seguito ad un incidente stradale: Marco aveva chiesto di essere sepolto al Verano, se mai gli fosse accaduto qualcosa. Purtroppo, ad oggi, la sua famiglia non può ancora esaudire quest’ultimo desiderio del ragazzo e nemmeno l’appello lanciato all’interno della famosa trasmissione “Chi l’ha visto?” ha sortito fino ad ore l’effetto sperato. Eppure, il giovane residente a Maranella ha salvato quattro vite con la donazione dei suoi organi autorizzata dai genitori quando per lui non c’è più stato nulla da fare.
Una degna sepoltura al cimitero del Verano, è questo che chiede la famiglia del giovane, a poco più di un mese dall’incidente stradale costato la vita a Marco Iovini, deceduto dopo l’incidente avvenuto sulla circonvallazione Tiburtina, a cui hanno fatto seguito molte domande ancora senza risposta, anche a distanza di un mese. Domande che hanno spinto la famiglia a chiedere l’aiuto alla nota trasmissione di Rai3 andata in onda lo scorso 28 maggio, affinché si chiarisca una volta per tutto le dinamiche che hanno portato l’auto guidata dal giovane a ribaltarsi e al suo decesso.
L’incidente in cui Marco Iovini ha perso la vita è avvenuto lo scorso 24 aprile, poco dopo le 22:30, nel tratto della tangenziale direzione Foro Italico, proprio in prossimità del muro che costeggia il cimitero del Verano: è qui che Marco ha perso l controllo dell’auto. Una perdita di aderenza che ha fatto ribaltare la vettura, che poi ha finito la sua corsa sbattendo violentemente contro la barriera New Jersey che costeggia in quel punto la tangenziale. Un impatto violento che purtroppo non ha lasciato scampo a Marco, rimasto schiacciato sotto il tetto della sua Lancia Y. Trasportato in codice rosso al policlinico di Roma, questi vi è spirato due giorni dopo.
I primi accertamenti, hanno dimostrato che Marco aveva la cintura allacciata al momento dell’incidente, con gli esami tossicologici sull’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti completamente negativi. Questo ha fatto sì che i familiari potessero autorizzarne l’espianto degli organi, donati per salvare la vita di ben quattro persone. Al momento, la polizia municipale sta ancora ricostruendo le eventuali cause che hanno portato al tragico incidente, con l’apertura di un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Testimonianze oculari,da questo punto dio vista, potrebbero essere fondamentali per chiarire come si siano svolti i fatti.
Marco Iovini aveva confidato al fratello Stefano solo pochi giorni prima, il desiderio di essere sepolto nel cimitero del Verano: un suo carissimo amico, infatti, che Marco andava a trovare tutti i sabato, è sepolto proprio nello stesso cimitero. Sfortunatamente, però, per la salma di Marco non sembra esserci posto, al momento. Il corpo senza vita del giovane originario della Marranella, infatti, giace ormai da più di un mese all’interno della camera mortuaria del camposanto suddetto camposanto, dove il ragazzo aveva espresso il desiderio di essere seppellito. Per la tumulazione, manca ancora la pronuncia del sindaco Ignazio Marino.
“un’area o un loculo al Verano potranno essere ancora conquistati da due specifiche categorie, ovvero i personaggi che abbiano dato lustro in vita alla città di Roma in Italia e nel Mondo e ai protagonisti di fatti di cronaca che abbiano colpito l’ opinione pubblica, come vittime d’incidenti o uomini che si sono distinti morendo attraverso un atto eroico”.
A chiedere in particolare una degna sepoltura, in risposta alle ultime volontà espresse dal fratello, è soprattutto Stefano Iovini, che dal canto ci ha dichiarato quanto segue, ricostruendo in prima persona i fatti che vi abbiamo appena raccontato: “Abbiamo inoltrato questa istanza, con l’aiuto degli stessi dirigenti Ama responsabili del cimitero, al Gabinetto del Sindaco l’ 8 maggio, ma purtroppo a tutt’oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
La bara di Marco è ferma nel deposito del Verano, da oltre un mese, con il conseguente strazio per me ed i miei genitori che passiamo tutte le mattinate lì.
Sto cercando di muovere il più possibile per avere quanto prima una risposta negativa o positiva che sia, ma che quanto meno ci permetta di tumularlo e ricominciare piano piano la nostra vita.
Per quanto riguarda l’incidente ci siamo rivolti anche a chi l’ha visto per cercare testimoni che possano aver assistito all’incidente. Era il 22 aprile e marco stava andando a fare una sorpresa alla sua ragazza era le 22.45 circa e non aveva bevuto aveva la cinta, ed era un ragazzo molto prudente e conosceva quella strada molto bene.
Stiamo cercando anche con la Polizia Municipale, ma fino ad ora non è emerso nulla di utile quantomeno per capire la dinamica. Marco èmorto dopo due giorni di coma al policlinico di roma, ed insieme ai miei genitori abbiamo deciso di donare gli organi salvando 4 persone”.
Roma, 31 maggio