Siamo in Liguria, in provincia di Genova, lungo la provinciale del passo del Faiallo un monumento commemorativo conosciuto come “Sacrario dei Martiri del Turchino” tiene vivo il ricordo. Il ricordo di quella strage compiuta dalle SS naziste, in cui caddero vittima 59 civili italiani.
È il periodo della guerra civile in Italia, è il periodo del caos, è il periodo che ancora oggi cerca tante risposte. Ecco una di quelle domande che cerca una risposta: perché furono messi in atto degli attentati contro i tedeschi, quando si sapeva che le conseguenze si sarebbero riversate ai danni di molti italiani?
Prima della strage del Turchino già c’era stato l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui fu applicato il bando di Kesselring, che prevedeva la rappresaglia di 10 italiani per ogni tedesco ucciso. Con questa premessa i nazisti avevano occupato il cinema Odeon di Genova. Il 15 maggio un gappista travestito da tenente della Wehrmacht, mise appunto l’attentato, che uccise cinque tedeschi, ferendone altri quindici. Come ci si poteva aspettare, la rappresaglia tedesca non tardò ad arrivare. Dopo quattro giorni furono prelevate 59 persone dal carcere di Marassi, a gruppi di sei alla volta furono mitragliati.
Uno dei maggiori responsabili delle rappresaglie tedesche fu Siegfried Engel, ex capo delle SS, conosciuto anche come il “boia di Genova”. La condanna per crimini di guerra arrivò tardi per lui, quando ormai aveva 90 anni. Graziato per la vecchiaia, il Boia è potuto arrivare all’età di 97 anni senza mai aver mai passato un giorno in carcere. Recentemente, per tenere viva la memoria ai Martiri del Turchino, è stato dedicato il nuovo Tunnel del Turchino.
Roma, 19 maggio