È il 23 giugno 1960, proprio l’inizio dell’estate, quando le donne americane hanno l’opportunità di acquistare la prima pillola anticoncezionale, chiamata Enovoid. La sua scoperta è dovuta agli studi di tre medici, Garcia, Rock e Pincus, che, partendo dalle effettuate del ginecologo austriaco Haberlandt, hanno sperimentato una pillola in gradi di inibire il processo ormonale all’origine dell’ovulazione.
Oggi la utilizzano più di 100 milioni di donne nel mondo, anche se l’uso dipende molto dall’età, dall’educazione, dallo stato civile, dalle tradizioni culturali ecc… In Italia il 16,2% delle donne tra i 15 e i 44 anni utilizza la pillola (14º posto in Europa, davanti solo a Spagna, Slovacchia, Polonia e Grecia).
La pillola anticoncezionale non è utilizzata ai soli fini contraccettivi; può infatti essere prescritta per il trattamento di alcune patologie, come la sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi, l’adenomiosi, l’anemia causata dalle mestruazioni, e le mestruazioni dolorose (dismenorrea). Inoltre, i contraccettivi orali spesso sono prescritti per curare forme di acne lievi o moderate.La pillola può anche indurre le mestruazioni a intervalli regolari nelle donne disturbate da cicli mestruali irregolari e da alcune patologie caratterizzate da sanguinamento uterino disfunzionale.
Dalla sua introduzione è subito evidente il suo grande impatto sociale e questo perché è il metodo più efficace per controllare le nascite, senza bisogno di particolari accorgimenti durante i rapporti sessuali. Proprio a causa della sua efficacia si è sollevato un dibattito riguardante la morale. La diffusione di un contraccettivo orale porta molte figure religiose e istituzionali a dibattere attorno al tema della sessualità e della relazione con la procreazione. La Chiesa cattolica romana enfatizza l’insegnamento tradizionale cattolico circa il controllo delle nascite e nel 1968 papa Paolo IV pubblica l’enciclica Humanae Vitae, in cui sottolinea l’insegnamento tradizionale cattolico, secondo il quale la contraccezione artificiale distorcerebbe la natura e gli obiettivi del sesso.
Roma, 23 giugno