Roma, 22 luglio 2014 – Sono passati 44 anni dalla strage ferroviaria di Gioia Tauro, quando in caldo pomeriggio di luglio, alle ore 17 circa, il Treno del Sole Palermo – Torino, formato da 17 carrozze, ha deragliato causando la morte di sei persone e ferendone altre sessantasei.
Il treno stava entrando in stazione ad una velocità di 100 km/h quando il macchinista e l’aiuto macchinista hanno avvertito un sobbalzo della locomotiva e hanno immediatamente azionato il freno di emergenza. 500 metri di frenata, che non ha causato problemi alle prime cinque carrozze, mentre le altre hanno sviato dai binari.
L’improvvisa decelerazione ha fatto sì che alcuni ganci di trazione si spezzassero e portato il convoglio a dividersi in tre tronconi. Il treno stava trasportando circa 200 persone, tra cui un gruppo di pellegrini diretti a Lourdes. Tutte le persone decedute si trovavano tra la nona e l’undicesima carrozza.
L’episodio si è verificato a meno di una settimana dalla rivolta di Reggio Calabria, con migliaia di cittadini che, coordinati dal Movimento Sociale Italiano e da altri partiti, hanno dato vita a una protesta per la scelta di designare Catanzaro come capoluogo della regione.
Il sobbalzo avvertito dal macchinista e dall’aiuto macchinista si è verificato nel tratto tra il cavalcavia delle Ferrovia Calabro Lucane e il gruppo di scambi all’ingresso in stazione di Gioia Tauro. Anche Francesco Nazza, capotreno, ha confermato che fino a quel momento il viaggio procedeva regolarmente e altre testimonianze l’hanno confermato.
Da subito la tesi più accreditata è stata quella dell’attentato dinamitardo, ma successivamente ci si è spostati verso una responsabilità del personale di servizio per questioni tecniche. Tra le ipotesi considerate anche il cedimento del binario e quello dei veicoli.
L’inchiesta è stata ricca di avvenimenti, retroscena scoperti negli anni, indagini prima chiuse e poi riaperte. Nel 1971 la Procura di Palmi ha dato l’incarico a vari periti e questi hanno affermato che la causa del deragliamento è stata un esplosivo, facendo così cadere l’ipotesi dell’errore umano. Rapporti successivi hanno cambiato tesi.
Andando avanti con le indagini l’unica ipotesi rimasta in piedi è stata quella dell’esplosivo, ma questo nonostante ciò nessuno ha aperto fascicoli sul caso. L’inchiesta giudiziaria del Tribunale di Palmi si è chiusa così: si è riconosciuta come ipotesi più plausibile l’attentato dinamitardo, ma non sono mai state avviate indagini sui responsabili e sulle motivazioni.
Negli anni Novanta un pentito ha fatto riaprire il caso e nel 2001 la Corte d’Assise di Palmi ha condannato tre imputati per la strage di Gioia Tauro, tutti e tre già deceduti. Nel 2006 il pentito è stato processato, ma la sentenza ha portato alla dichiarazione di prescrizione del reato. Un mistero tutto italiano quello della strage di Gioia Tauro, per cui nessuno ha mai pagato.
Gioia Tauro: 44 anni fa la strage. Era il 22 luglio 1970 | ITMTelevision
22 Luglio 2014 @ 09:52
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