Roma, 25 luglio 2014 – Renzi commissaria Marino per lanciare Zingaretti, governatore del Lazio, come super sindaco. Ma, a quanto si dice, a tempo debito, cioè non prima dell’autunno. I malumori crescenti dei cittadini romani, infatti, rischiano di mettere il Pd con le spalle al muro, con un’eventuale/potenziale perdita di voti in un bacino ricco come quello rappresentato dalla Capitale.
Gli indizi – il decreto legge sulle città metropolitane potrebbe ridurre “de fcto” i poteri dell’attuale sindaco, ampliando di fatto quelli di Nicola Zingaretti nella lotta interna al partito dei democratici. Del resto, anche Goffredo Bettini – il quale aveva spinto per portarlo a Palazzo Sanatorio – non ha mai nascosto il suo disappunto per un’operazione politicamente mal riuscita.
La rottamazione e il ciclone Renzi – l’ascesa dell’ex sindaco di Firenze, del resto, avrebbe investito di lì a poco anche uno degli esponenti di spicco della sinistra romana, anche se con un modus operandi più complesso delle semplici liste di epurazione presentate dall’attuale premier. Qualcuno afferma che Marino si trovi ancora al suo posto per espressa richiesta del presidente del consiglio, che durante il suo insediamento avrebbe chiesto rassicurazioni dall’ala romana del partito sul fatto che Roma non sarebbe caduta e, anzi, chiedendo – secondo i bene informati – un cambio di passo.
Trabocchetto in vista? – L’approvazione del “ddl Delrio” di fatto potrebbe, continuiamo ad usare il condizionale, esserne la prova. La legge sulla Città metropolitana n. 56 del 2014 approvata il 7 aprile scorso segna il calendario definitivo per la nascita del nuovo ente territoriale che andrà a sostituire la già commissariata provincia dal prossimo primo gennaio. Alla città metropolitana la legge attribuisce alcune funzioni fondamentali tra cui l’adozione del piano strategico triennale del territorio, un vero e proprio atto di indirizzo per l’esercizio delle funzioni dei comuni che la costituiscono, ivi compresi le reti di servizi e delle infrastrutture, la gestione dei servizi pubblici, la pianificazione urbanistica, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale. In poche parole un commissariamento delle giunte comunali, e i sindaci trasformati in passacarte.
Carica elettiva – Anche se la legge sancisce come il primo cittadino della città capoluogo ha il diritto di diventare il sindaco metropolitano, è prevista anche la possibilità che la stessa carica possa diventare elettiva: un’eventualità che dovrà essere inserita all’interno dello statuto di cui ogni città metropolitana dovrà munirsi entro il 30 settembre 2014. Al momento, però, in Campidoglio tutto tace, con il tutto che è stato delegato agli esperti. Insomma, anche se la carica di sindaco metropolitano spetterebbe ad Ignazio Marino, parte del Pd parrebbe spingere sull’ipotesi di un commissariamento “de facto” del sindaco stesso, lasciando via libera a Nicola Zingaretti.
La scelta – Il Governatore del Lazio, quindi, sarebbe secondo un’ottica futura, la figura ideale per ricoprire l’incarico di sindaco metropolitano, anche in virtù del consenso di cui gode. In virtù di un passaggio di cariche, detto questo, al Pd spetterà anche il compito di trovare il successore di Nicola Zingaretti.