Roma, 16 luglio – Ultimi giorni per visitare la mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Notevole il successo già ottenuto dalla mostra a a Barcellona e a Parigi. L’esposizione (aperta fino a domenica 20 luglio ) è organizzata cronologicamente in sei sezioni – dall’arrivo dello scrittore a Roma nel 1950 fino alla notte della sua tragico assassinio ad Ostia nel novembre del 1975 – ed è la più completa realizzata finora, ricca di moltissimi materiali (documenti, disegni, testimonianze, scritti autografi, fotografie, film, opere d’arte amate) molti dei quali inediti.
L’esposizione è stata curata, insieme a Jordi Balló e Alain Bergala, da Gianni Borgna – critico musicale, saggista, assessore alla Cultura del comune di Roma dal 1993 al 2006, amico e collaboratore di Pasolini. Borgna è scomparso nel febbraio scorso, due mesi prima dell’inaugurazione di questo lavoro che aveva curato con grande competenza ed entusiasmo.
Così suddiviso l’itinerario della mostra:
1950 – 1955 Periodo di miseria e scoperte, primi premi di poesia, incontro con artisti come Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda, Giorgio Caproni, Giorgio Bassani, Sandro Penna;
1955-1960 Pubblicazione del romanzo Ragazzi di vita; sceneggiature per Mario Soldati, Federico Fellini, Mauro Bolognini e altri registi. Amicizia con Alberto Moravia, Elsa Morante, Laura Betti, Giorgio Bassani, Federico Fellini;
1961-1962 Pasolini entra nel mondo del cinema e diventa regista. Con la trilogia romana di Accattone, Mamma Roma e La Ricotta, i quartieri di Testaccio, del Pigneto, del Tuscolano e del Parco degli Acquedotti fanno il loro ingresso poetico nel cinema italiano;
1963 – 1966 Film Uccellacci e uccellini con Totò, Il Vangelo secondo Matteo e il documentario Comizi d’amore. Viaggi nello Yemen, in Kenya, Ghana, Nigeria;
1966 – 1969 Gira Edipo re e Medea con Maria Callas;
1971 – 1975 Riprende a dipingere e lavora al romanzo Petrolio, rimasto incompiuto. Gira la trilogia Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una notte e infine Salò, di cui non vedrà l’uscita. Durante la lavorazione del film subisce minacce di morte e varie pressioni politiche. Viene assassinato il 2 novembre 1975 in un campo all’Idroscalo di Ostia, in circostanze non ancora del tutto chiarite.