Roma, 12 settembre 2014 – Al San Filippo Neri, cardiochirurgia chiude i battenti. La denuncia di Assotutela: “Il Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Lazio sta causando i primi effetti di disagio a malati e lavoratori. Come è noto, tra gli altri provvedimenti presenti nel suddetto piano, l’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri è stata declassata e accorpata alla Asl RmE. Questa mattina una nota congiunta del Commissario Straordinario e della Direttrice Sanitaria ff, sancisce la cessazione delle attività della gloriosa Cardiochirurgia dell’Ospedale con contemporaneo spostamento dei degenti ad altro nosocomio“.
La nota del segretario – “Tutto questo, dice il segretario regionale della Uil Fpl Paolo Dominici – aggiunge – senza aver anticipatamente coinvolte le organizzazioni sindacali sulla riorganizzazione e il conseguente ricollocamento dei lavoratori in altri servizi ovvero senza un ragionevole preavviso all’utenza e alla cittadinanza. È ormai una situazione surreale in senso generale e, relativamente al San Filippo Neri, sfiora l’inverosimile. Quel che rimane dell’Azienda è governato da un commissario straordinario, Angelo Tanese, che contemporaneamente deve assolvere al suo incarico di direttore generale della Asl RmE e coordinatore regionale dei direttori generali delle Asl, e da due direttori, uno amministrativo e un sanitario entrambi facenti funzioni. I lavoratori sono abbandonati, e non solo quelli del San Filippo anche quelli del Presidio Salus Infirmorum, angosciati per il loro futuro, futuro peraltro noto solo parzialmente e le organizzazioni sindacali escluse dai processi di trasformazione e riorganizzazione dell’Ospedale nonostante il Governo centrale regionale racconti il contrario. Avevamo pensata e suggerita al Commissario Straordinario, conclude Dominici, l’opportunità circa la condivisione di ogni processo al fined di renderlo sostenibile a malati, cittadini e lavoratori; evidentemente il dott. Tanese non ha ritenuto di doverlo fare e, per questo, torneremo ad avanzare le nostre rivendicazioni organizzandoci anche con i movimenti cittadini e di quartiere, con le associazioni e con chiunque altro abbia a cuore la salute pubblica”.