I recenti lavori di piazza Vittorio sono un esempio di quanto sta accadendo. Che fine hanno fatto i sampietrini rimossi? Pronto esposto alla Procura per evitare la vendita del nostro patrimonio
“Provate a chiedere agli inglesi di mettere in vendita i monoliti di Stonehenge o a chiamarli sassi, farebbero finta di non capire per evitare un rispostaccia. La razzia e la svendita dei sampietrini nel Centro Storico di Roma per opera del sindaco Marino non sfugge neanche ai cittadini, rimasti unici custodi di uno dei simboli della romanità nel mondo. Sono infatti numerose le segnalazioni e le denunce che ci arrivano sullo stato di abbandono in cui versano piazze e strade storiche della Capitale ricoperte per secoli dai tradizionali serci romani oggi estratti per essere venduti a ditte private dall’Amministrazione Marino come un qualsiasi oggetto d’arredamento” lo dichiara Fabrizio Santori consigliere regionale del Lazio che annuncia la presentazione di un esposto alla Procura per la svendita del patrimonio culturale della città eterna.
“Dopo le polemiche intorno a Piazza Venezia, a destare sconcerto tra i romani sono i lavori di asfaltatura, iniziati circa un mese fa a Piazza Vittorio e ancora non terminati, e la completa disinformazione su che fine abbiano fatto i sampietrini rimossi” prosegue Santori.
“Rimango sconvolto dalla leggerezza con cui il nuovo assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale, Maurizio Pucci, parla di “mercato fiorente” dei sampietrini come se ad oggi fosse possibile svendere al maggior offerente il nostro patrimonio artistico, archeologico e culturale. Dare la colpa dell’inquinamento urbano al sampietrino o parlarne come se ci stessimo riferendo ad un sasso trovato per terra è snaturarne il valore inestimabile per il quale c’è chi è disposto a pagare oro. Questa amministrazione seppur rinnovata per dribblare gli scandali è già al capolinea” conclude Santori.
31 dicembre 2014