In occasione dell’Insettopia Tour, tenutasi il 18 settembre del 2014, i vigili scortano gli autistici fino al Centro di Roma e poi li multano, così scatta la denuncia delle famiglie, raccolta presso il sito “Redattore Sociale“. Le numerosissime contravvenzioni sono giunte a destinazione soltanto dopo mesi, in questi giorni, riportando sanzioni salate di circa 90 euro a famiglia, con persone autistiche a carico, in quanto i conducenti circolavano sulla corsia preferenziale con il permesso emesso dal Comune di Roma, nonostante fossero stati scortati dagli stessi vigili urbani. Le famiglie erano dirette tutte all’Insettopia Tour, una giornata all’insegna dell’autismo, una sindrome poco conosciuta e non considerata, in quanto non vi sono mezzi e barriere architettoniche adeguate per chi ne è colpito. Questa occasione doveva rappresentare l’orgoglio autistico, alla quale in fin dei conti, seppur con iniziali difficoltà e remore, hanno partecipato numerose famiglie. La risposta da parte di Roma, o meglio, dai medesimi agenti che si erano proposti a scortarle, è stata una sostanziosa multa, immotivata. Così, uno dei genitori dei bambini affetti dalla sindorme, il padre di Tommy, nonché giornalista Gianluca Nicoletti ha avanzato l’idea di creare il sito “Redattore Sociale”, al fine di raccogliere le denunce dei cittadini partecipanti a questa campagna di sensibilizzazione. Si trattava precisamente di un corteo, nel quale circolavano 20 Smart elettriche ultratecnologiche noleggiate, che attraversavano il Centro di Roma, dal quartiere Parioli fino al Campidoglio, per terminare poi al CNR dove venne presentato il libro dello stesso Nicoletti, intitolato “Alla fine qualcosa ci inventeremo“. Quindi, un corteo alimentato da pensieri ottimisti e allegria per il ritrovo di tutte quelle persone, riunite al fine di denunciare la Capitale, ricca di ostilità, complicanze inerenti alle barriere architettoniche presenti e povera di servizi rivolti al sostegno degli individui autistici; individui che rimangono isolati dalla loro stessa società, nascosti all’interno delle loro abitazioni e richiusi perennemente in se stessi. L’Insettopia Tour ha una valenza simbolica proprio per tali motivazioni, segno di una libertà e della volontà, fino a quel momento celata, di esser considerati come tutti gli altri cittadini; il fatto di aver ricevuto quelle contravvenzioni nei confronti di alcuni partecipanti, anche se i restanti attendono lo stesso destino oramai, ovvero la multa dal valore di 93,88 euro per la precisione, rinvenuta tra i giorni di martedì e mercoledì 10 e 11 febbraio di quest’anno, il corteo così ha assunto un valore ancor più significativo. La reazione da parte della città è stata valutata come un gesto orribile e terribile da parte del giornalista, rimasto allibito, nonché costretto a trovare giustificazioni valide da porgere a tutte quelle mamme che hanno partecipato, seppur non fosse il vero responsabile dell’accaduto. In effetti, è tutta colpa della burocrazia italiana e i suoi innumerevoli inghippi, sempre a braccetto. Tuttavia, a ritrovarsi con multe da pagare per aver transitano nella corsia preferenziale di via Tritone, scortati dai vigili, sono le famiglie, come afferma anche Matteo Palmieri, altro partecipante del corteo insieme al fratello Marco. Nessuno riesce a spiegarsi la situazione assurda che si è verificata. Dopo essersi alzato il polverone, a queste famiglie è stato riferito di non versare alcun soldo, piuttosto tentare in un ricorso collettivo come hanno provveduto a realizzare. La prima donna ad aver segnalato la notizia è stata Stefania, la notte del 10 febbraio, attraverso messaggi inviati al gruppo di WhatsApp, scrivendo: “Martedì è arrivata una multa a mio padre per essere passato nella corsia preferenziale con la Smart il giorno del raduno, quando eravate tutti insieme in fila. Ma come è possibile?”, chiedendosi tra l’altro, come fossero riusciti a risalire al nominativo del padre. Così, Riccardo Colicchia, Nicoletti e l’associazione Aci Consult, organizzatori della manifestazione, hanno provveduto a contattare il vicecomandante che li aveva scortati nel tragitto nella giornata di quel 18 settembre 2014, cercando di rivenire a valide motivazioni. Il vicecomandante ha spiegato che probabilmente le multe sono scattate in automatico dal sistema di sorveglianza, al momento attivo sulle corsie preferenziali, registrando così il passaggio di tutti i veicoli presenti. Probabilmente, il Comune per dimenticanza non ha avvertito l’Agenzia della Mobilità, che ha il compito di gestire tali sistemi, per cui si provvede ad avanzare ricorso presso la stessa, al fine di rendere nulle le contravvenzioni inviate. Quindi nessuno deve pagare. Rimane il fatto però, che per i metodi burocratici poco efficienti della Capitale, quella che doveva rappresentare una giornata all’insegna della libertà comune, nonché del libero accesso al Centro di Roma, si è trasformata in una giornata sanzionatoria nei confronti di coloro che lottano nel silenzio, ogni giorno. La reazione burocratica che si è scagliata sulle famiglie, ha indirettamente lasciato intendere che i partecipanti avessero osato di ciò che esattamente non si possono né potuti permettere, fino a quel momento. In sintesi, a rimetterci è stata l’ennesima categoria debole che dovrebbe esser tutelata come le altre, dopo aver offerto loro false e fragili illusioni.
di Erika Lo Magro
12 febbraio 2015