L’Associazione Legambiente lancia il Green Act per rinnovare l’Italia, per prima cosa stop al consumo di suolo, con la proposta avanzata dal vicepresidente Edoardo Zanchini. Bisogna trasformare e rigenerare le città italiane, per poter attribuire pulizia, decoro, sicurezza e qualità a tutti gli spazi pubblici e abitativi, comprese le aree verdi, attraverso duro lavoro in un cantiere di innovazione. Rendere l’Italia migliore, secondo la Legambiente, a partire della riqualificazione del suo patrimonio edilizio, promuovendo e muovendosi verso obiettivi energetici ed antisismici, per potenziare l’economia, in particolar modo nel settore delle costruzioni. Queste proposte, tutte inerenti al concetto base sul blocco al consumo del suolo, saranno presentate e discusse nel convegno Green Act, che si terrà il 26 febbraio. Zanchini si occuperà di tali tematiche, utili a rendere il Paese moderno, competitivo con le altre città europee, giusto e pulito, attraverso interventi normativi, tesi a chiarire, semplificare, confermare e accelerare i processi relativi presso le città italiane. Ciò sara possibile sradicando tutte quelle inutili ramificazioni, talvolta burocratiche, che rallentano i processi di crescita e di cambiamento nel Paese. Nel rapporto Ambiente Italia 2015, Edoardo Zanchini della Legambiente designa il quadro dello stato in cui si trovano i patrimoni artistici, considerando in particolare certi punti chiave, che ruotano attorno alle tematica sulla rigenerazione dell’ambiente. Il primo riguarda la trasformazione degli usi del suolo, evidenziando la crescita del 21% di riserve naturali di boschi e foreste dal 1985 ad oggi e il fenomeno di cementificazione del suolo, di ben 90 ettari di terreni al giorno, consumati negli ultimi decenni. Proprio in tali spazi sfruttati per lasciar posto al cemento, ci siamo noi con le nostre abitazioni, luoghi dove si concentra la massima densità di popolazione; si parla di 25 milioni di persone che risiedono in meno del 9% di questa porzione di territorio. Il secondo riguarda appunto la tematica abitativa, nella quale in 20 anni sono state innalzate ben 5,5 milioni di mura adibite alle residenze, sviluppando il patrimonio edilizio di 29 milioni di abitazioni, al fine di garantire teoricamente una dimora per ogni essere umano; tuttavia persistono le realtà cruenti e drammatiche che sorreggono il peso delle condizioni vigenti, dovute proprio ai disagi abitativi. Le strutture costruite, infatti, sono state realizzate semplicemente come seconde e terze case per alcuni e pochi fortunati, nelle zone di lusso, oppure riguardano investimenti immobiliari e finanziari. Altri due punti riguardano le problematiche innescate e costanti nelle periferie, protagoniste di degrado e di “mobilità urbana”. Affrontata anche la tematica del turismo, da poter potenziare soltanto garantendo un patrimonio storico – artistico di gran qualità, rendendo accessibili determinati territori, attraverso l’instaurazione di progetti studiati a tavolino, riguardanti i medesimi luoghi da ripristinare sotto vari aspetti, che al momento sono anche carenti di servizi utili per i cittadini e gli stessi turisti. Far ruotare il turismo, quindi, sui tre punti cardini del Paese: il patrimonio artistico, la bellezza paesaggistica e la ottima cucina. Perciò bisogna eliminare l’idea progressiva di cancellare paesaggi e territori di pregio, che al contrario devono riprender vita. Il convegno del Green Act, poi, avanza le due questioni principali: la prima, che consiste nel fornire gli strumenti adatti ed efficaci alle Amministrazioni Pubbliche, per stipulare progetti di rigenerazione vera e propria, tramite interventi urgenti, chiari ed immediati, da dover affidare sotto la responsabilità di ogni comune; la seconda invece, consiste nel proclamare un chiaro stop al consumo del suolo in generale e dei territori agricoli, che richiede una urgentissima approvazione, insieme alla definizione di obiettivi concreti inerenti alla riqualificazione della qualità urbana e sociale, attraverso tutti gli interventi possibili e disponibili, nonché dei medesimi target ambientali ed energetici. Lo sguardo si sofferma, in particolar modo, sugli edifici condomini, dove vivono più di 20 milioni di cittadini italiani e proprio qui la riqualificazione energetica è bloccata da sempre, praticamente. Altro scopo fondamentale è quindi quello di integrare qualità alla progettazione, incrementare il Fondo Nazionale per la progettualità e per i vari concorsi di appalti. Vi è l’idea di creare anche una Struttura di Missione, che detenga le mansioni nel fornire supporto e garanzie, gestire i fondi nazionali ed europei e in ultimo seguire dall’inizio alla fine i processi di interventi e di cambiamenti, effettuati in ogni comune italiano. Queste anticipazioni del futuro convegno Green Act rappresentano i passi di una lotta che vuole tutelare l’ambiente, soffocato dal cemento, dall’inquinamento e dalle problematiche gravi legate ai cambiamenti climatici quasi radicali, dove l’essere umano stesso e tutti gli altri essere viventi della natura, ne pagano le conseguenze.
di Erika Lo Magro
23 febbraio 2015