L’Italia scende al 73 esimo posto nella classifica 2014 sulla libertà di stampa, perdendo quindi ben 24 scalini, secondo quanto annuncia Report Senza Frontiere, denominata con la sigla Rsf. Ciò è avvenuto a causa delle minacce della mafia, ma anche da parte di altri soggetti e per le innumerevoli cause aperte con l’accusa di diffamazione ingiustificata. Infatti, si sono verificati veri e propri attacchi fisici ai giornalisti, alle loro proprietà e mezzi di trasporto, provocando una situazione drammatica per quanto riguarda il diritto ad informare e quello di essere informati sugli avvenimenti reali, in modo neutrale. L’ong, ovvero l’organizzazione non governativa, ha registrato all’incirca 43 casi di aggressione fisica e 7 attacchi contro abitazione e autovetture, le quali sono state incendiate, ciò soltanto nell’arco dei primi 10 mesi del 2014; è stato recensito anche un aumento delle cause per diffamazioni ingiustificate, passate dalla cifra di 84 nell’anno 2013 a quella di 129 nel 2014. Stime significative. La gran parte di questi processi giudiziari, ritenuti una forma di censura secondo il Rsf, provengono da personalità politiche elette. A primeggiare all’interno della classifica troviamo la Finlandia, la Norvegia e la Svezia. Mentre, tra i Paesi dell’Unione Europea, la Bulgaria è quella che si trova agli ultimi posti, ovvero alla 106 esima posizione. Gli Stati Uniti si posizionano al posto numero 49, calando di tre scalini, la Russia al 152 esimo posto, poco davanti alla Libia 154 esimo. Per quanto riguarda i Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti sono rispettivamente: l’Eritrea al 180 esimo posto, la Corea del Nord al 179 esimo e infine la Siria al 177 esimo posto.
di Erika Lo Magro
12 febbraio 2015