Il 30 settembre 1950 nasceva a Roma Renato Zero, nome d’arte di Renato Fiacchini, artista che grazie al successo ottenuto negli anni è entrato di diritto nella storia della musica nazionale. Figlio di Domenico Fiacchini, un poliziotto, e di Ada Pica, un’infermiera, Renato Zero è cresciuto nella Capitale, nel quartiere della Montagnola.
Finita la terza media decise di iscriversi all’istituto di Stato per la Cinematografia e la Televisione Roberto Rossellini, ma al terzo anno intraprese un’altra strada e si dedicò completamente alle sue grandi passioni: musica, canto, recitazione e danza. Fu proprio in gioventù che iniziò a travestirsi e ad esibirsi nei locali romani e a 14 anni firmò il suo primo contratto. Si esibì anche al Piper e lì fu Don Lurio a notarlo e a scritturarlo per entrare a far parte del gruppo di ballo che faceva da spalla agli show di Rita Pavone. Quello fu anche il periodo in cui Renato Zero registrò dei caroselli per una marca di gelato e instaurò un rapporto d’amicizia con Mia Martini e Loredana Bertè. Proprio con quest’ultima fece parte de I collettoni. Nel 1965 registrò dei brani che non pubblicò mai. Per il primo 45 giri, solo 20 le copie vendute, fu necessario aspettare altri due anni: Gianni Boncompagni pubblicò “Non basta sai/In mezzo ai guai”.
Nel 1970 entrò nel cast del musical Orfeo 9. In seguito ottenne delle parti come comparsa in due film di Fellini e prese parte, insieme a Loredana Bertè e Teo Teocoli, al musical Hair. Fu in quegli anni che iniziò a costruire il suo personaggio provocatorio e alternativo, lo stesso personaggio raccontato in successi come “Mi vendo”, contenuto nel suo quarto album, Zerofobia. Il primo album, “No! Mamma, no!”, uscì nel 1973, seguito da Invenzioni, Trapezio e Zerofobia, album che ottenne grande successo. Nel 1978 diede vita alla “Zeromania Music Edizioni” e alla “Zerolandia”, la terra promessa dell’amore in ogni sua forma, (il termine fu utilizzato anche come titolo di un album). Nel 1979 fu protagonista del film “Ciao nì!” e pubblicò “EroZero”.
“Tregua”, dedicato al padre, è datato 1980 e fu subito un successo di vendite. L’anno successivo fu la volta del doppio live “Icaro”, contenente la famosissima “Più su”. Pubblicò poi Artide Antartide, contenente “Figli della topa”, brano dedicato al suo pubblico. L’album, che tratta temi svariati, dalla droga all’amore, viene considerato uno dei migliori lavori realizzati da Renato Zero. A metà degli anni Ottanta iniziò la crisi di consensi, ma lui seppe reinventarsi e abbandonò i costumi indossati a inizio carriera. Uscirono “Soggetti smarriti” e “Zero”: il primo un successo, il secondo un flop.
La partecipazione a Sanremo nel 1991 gli portò una nuova ondata di successo: arrivò secondo, ma il brano presentato, “Spalle al muro” fu molto apprezzato. Due anni dopo si ripresentò con il brano “Ave Maria”, che conquistò il pubblico (oltre quattro minuti di tributo dopo l’esibizione). Quello stesso anno tornò ad esibirsi in tournée e ancora una volta fu un successo.
Negli anni Duemila continuò a confermarsi uno degli artisti più amati e pubblicò diversi album: da “Tutti gli Zeri del mondo”, datato 2000, a “Il dono, datato 2005, fino ad “Amo – Capitolo I” e “Amo – Capitolo II”, datati 2013.
Con oltre 45 milioni di dischi venduti è uno degli artisti italiani di maggior successo ed è l’unico ad essersi piazzato al primo posto nelle classifiche per cinque decenni consecutivi. Renato Zero ha mostrato sin dagli inizi grande attaccamento ai propri fan, i “sorcini” (soprannome nato osservando i fan che gli stavano intorno a Viareggio e che gli sembravano “tanti sorci”), e a loro ha dedicato diversi brani, come “A braccia aperte”.
Vita privata – Della vita privata di Renato Zero si sa ben poco. Nei tanti anni di riflettori puntati addosso sono state solo due le storie ufficializzate: quella con Lucy Morante e quella con Enrica Bonaccorti. Spesso il pubblico ha parlato della sua presunta omosessualità, ma lui, non ha mai confermato o smentito, anche se ha affermato di vedersi accanto a una donna.
Nel 2003 ha adottato Roberto Anselmi Fiacchini, che in seguito l’ha reso nonno di due bambine.
Importante il suo impegno nel campo solidale: ha partecipato a raccolte fondo, girato spot e svolto attività a favore della prevenzione dei disagi giovanili.