Dal mondo dello studio a quello dal lavoro: l’utile strumento del master
La crisi economica che ha travolto Stati Uniti, Europa e poi il resto del mondo, a partire dal 2008, ha modificato, in maniera più o meno manifesta, molti aspetti delle nostre vite.
Guardando agli ultimi 6 anni, è possibile rendersi conto del fatto che molto cose sono cambiate: numerosi governi si sono alternati nel tentativo di porre un freno al declino economico del nostro paese e molte iniziative, in alcuni casi anche particolarmente sofferte, come le famose riforme “lacrime e sangue” del 2012, sono state intraprese, determinando, come effetti immediati, un consistente aumento della tassazione e una notevole riduzione dei servizi ai cittadini, con gravi conseguenze a livello sociale.
In questo arco di tempo, molte aziende sono fallite e un gran numero di posti di lavoro – addirittura un milione secondo alcune stime – sono stati persi, soprattutto per via della forte contrazione dei consumi e del credito concesso alle imprese dalle banche.
Tra i vari aspetti della vita civile andati incontro a cambiamenti e trasformazioni, il più inquietante riguarda la situazione formativa e professionale dei più giovani.
Dal 2008 al 2014, il numero dei NEET (Not engaged in Education, Employment or Training) ovvero dei ragazzi under 30 inattivi, non coinvolti in nessuna attività lavorativa né processo di formazione, è cresciuto di ben 7 punti percentuali, passando dal 19,15% al 26,09%. Un dato profondamente preoccupante, che vede l’Italia in cima alla classifica dei paesi europei per quanto riguarda questo fenomeno e che, soprattutto, getta ombre molto scure sul futuro di questi ragazzi.
Capire le cause di questo fenomeno non è certo semplice, sebbene in generale è possibile affermare che esso sia il risultato della sovrapposizione di due diverse tendenze:
- l’aumento delle problematiche del mercato del lavoro, che hanno portato la disoccupazione giovanile a raggiungere il livello record del 43%;
- il crollo del numero degli iscritti nelle università.
Questo secondo fatto rappresenta, probabilmente, il sintomo più grave dei problemi in atto nel nostro paese.
Il forte aumento delle tasse universitarie, necessarie per sostenere gli atenei che vedono i finanziamenti statali ridursi di anno in anno, insieme con il generale aumento del costo della vita, hanno portato molte famiglie italiane a trovarsi nell’impossibilità di finanziare gli studi dei figli, facendo venire meno la fondamentale garanzia del diritto allo studio.
A ciò, si aggiunge un generale clima di sfiducia, che ha portato sempre più ragazzi a scegliere di anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro, convinti del fatto che l’utilità del vecchio “pezzo di carta” fosse ormai solo un retaggio del passato.
In realtà, le cose non sembrerebbero stare proprio così. Secondo i dati diffusi da Almalaurea, dal 2007 al 2014, il già esistente divario tra i tassi di occupazione dei neolaureati e dei neodiplomati è passato da 3,6 a 12,3 punti percentuali, dimostrando che proseguire gli studi, effettivamente, paga in termini lavorativi.
D’altra parte, è innegabile che, nel corso degli anni della crisi, le difficoltà nel trovare un impiego siano aumentate notevolmente anche per le persone in possesso di titoli di studio di livello elevato.
La causa di questo fenomeno non è certo individuabile in un eccesso del numero dei laureati: in Italia, risultano essere in possesso di una laurea solo il 22% dei giovani di età compresa tra i 24 e i 35 anni, contro la media del 37% degli altri paese dell’Ocse, una differenza davvero importante.
Se il mercato del lavoro fatica ad assorbire i giovani dottori, le motivazioni non sono certo da ricercare nella loro quantità, ma piuttosto nella qualità degli insegnamenti erogati dagli atenei. Nel corso dell’ultimo decennio, soprattutto in seguito all’introduzione della nuova formula 3+2 per i corsi di laurea, è andata aumentando la discrepanza tra il tipo di profili professionali prodotti dall’istruzione universitaria e tra quelli richiesti dal mondo del lavoro.
Questo problema sussiste ancora oggi, sebbene attualmente risultino essere disponibili nuovi utili strumenti formativi, che possono permettere ai giovani laureati di colmare questa distanza e far davvero fruttare il loro titolo di studio: i corsi di master.
Master: come sceglierlo e quali possibilità offre
Dopo il conseguimento della laurea, le strade percorribili sono principalmente due: tentare l’ingresso nel mondo del lavoro, oppure proseguire con la propria formazione specializzandosi ulteriormente.
Sebbene riuscire a trovare un impiego subito dopo il termine degli studi universitari sia sicuramente auspicabile, va detto che scegliere di approfondire le proprie conoscenze rappresenta la carta vincente se si desidera riuscire a fare carriera.
Lo strumento didattico ideale per potenziare le proprie competenze è il master, un corso di alto livello che ha l’obiettivo di fornire un tipo di preparazione prettamente tecnica e altamente specifica.
Il mercato dei corsi offre master per tutti gli indirizzi di studio, a seconda dell’orientamento accademico. Iscriversi a un master richiede di valutare con grande attenzione la propria scelta, optando, preferibilmente, per un indirizzo in linea con la tipologia di studi svolti all’università. Ovviamente, è giusto tenere conto anche delle proprie attitudini, dei desideri maturati durante il percorso di studio e delle proprie ambizioni.
La scelta di usufruire di un master può rivelarsi particolarmente vantaggiosa per chi ha svolto studi di matrice economico/finanziaria: il conseguimento di questa laurea offre buone possibilità di occupazione, giacché consente di acquisire una preparazione completa che farà gola ai datori di lavoro.
Il settore economico/ finanziario è molto vasto, comprende diverse aree di competenza e altrettanti master formativi. Per scegliere in modo oculato il corso adatto, occorre dunque analizzare nel dettaglio le offerte provenienti dalle varie strutture che erogano questo tipo di master, orientandosi verso le formule più vantaggiose, come quelle in cui è previsto l’insegnamento didattico correlato con delle reali opportunità di inserimento nel mondo del lavoro (placement). Per comprendere meglio l’insieme dei vantaggi che una business school può offrire, vi invitiamo a consultare la proposta Meliusform.
Master Meliusform: perché sceglierli
I master Meliusform sono molto professionali e forniscono una formazione specifica di altissimo livello, basata su un programma di studio avanzato che si avvale di una didattica rivolta alla pratica e finalizzata all’acquisizione di una formazione operativa, da spendere nell’immediato all’interno dell’ambito professionale.
Il corpo docenti è composto non solo da insegnanti, ma anche da esperti del settore, in grado di trasmettere le proprie esperienze dirette attraverso delle metodologie didattiche innovative.
I master Meliusform hanno l’obiettivo di fornire ai corsisti tutti gli strumenti pratici per intervenire autonomamente nelle questioni aziendali interne, minimizzando le perdite di tempo tipiche dei processi decisionali. La formazione pratica dei master Meliusform è garantita dalle numerose esercitazioni previste dal programma di studio e dalla professionalità che contraddistingue questa business school sin dall’inizio della sua attività.