I decreti Salvini non sono stati aboliti. E la sua idea di immigrazione ha vinto ancora
Il Daspo urbano è ancora lì, i centri per il riconoscimento e il rimpatrio pure. Ed è lì, ancora, pure la Legge Bossi – Fini, architrave di un impianto culturale per cui lo straniero è ospite sgradito, e non risorsa e opportunità per un Paese vecchio e stanco. Ecco perché la modifica dei decreti Salvini è poco più di un pannicello caldo. Quando invece servirebbe un cambiamento radicale di tutto l’approccio all’immigrazione. Che parta dalla regolarizzazione degli irregolari, da una legge quadro sull’integrazione, e da nuove norme per ottenere la cittadinanza che superino il diritto di sangue.
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Il Daspo urbano è ancora lì, i centri per il riconoscimento e il rimpatrio pure. Ed è lì, ancora, pure la Legge Bossi – Fini, architrave di un impianto culturale per cui lo straniero è ospite sgradito, e non risorsa e opportunità per un Paese vecchio e stanco. Ecco perché la modifica dei decreti Salvini è poco più di un pannicello caldo. Quando invece servirebbe un cambiamento radicale di tutto l’approccio all’immigrazione. Che parta dalla regolarizzazione degli irregolari, da una legge quadro sull’integrazione, e da nuove norme per ottenere la cittadinanza che superino il diritto di sangue.
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