Roma, 20 gennaio- Potrebbe arrivare già in serata una conclusione per i marò italiani, trattenuti in India, in attesa del processo. Questa mattina infatti si è tenuto un vertice fra le autorità di New Delhi, di cui al momento abbiamo soltanto indicazione generiche. La corte suprema indiana ha obbligato il governo indiano a trovare una soluzione allo stallo giuridico all’interno delle istituzioni di New Delhi. Lo stallo ricordiamo si creò ricordiamo quando la polizia invocò per i marò una legge anti-terrorismo, che prevede anche la pena di morte in caso di omicidio. Questo però aveva portato ad una violazione dell’accordo fra Italia e New Delhi. La Bonino intanto ha accusato la magistratura indiana che in due anni non ha trovato un accordo neanche sui capi d’accusa per i due marò.«Sul caso Marò al Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Unione Europea in corso a Bruxelles da parte italiana ribadiremo ciò che è già stato ribadito in precedenti riunioni, ossia che indubbiamente se a due anni dai fatti avvenuti non si è neanche in grado di stabilire un capo di accusa è evidente che questa è una violazione di qualunque idea di giustizia adeguata. Non si sa neanche se è stato utilizzato il Sua act come strumento per individuare il capo di imputazione, non tanto e solo sulla pena di morte, ma sul fatto che usando il Sua act si inverte il carico della prova, questo è evidentemente un elemento inaccettabile dal punto di vista dell’affidabilità o inaffidabilità di un sistema giudiziario. Come abbiamo detto, se così fossero le cose, tutte le opzioni sono sul tappeto, sicuramente anche quelle di pertinenza più specifica all’Unione Europea. Intanto forse stasera a fine giornata potremo fare il punto».
di Elisa Bainchini