Roma, 21 gennaio- Stupisce il testo di modifica alla legge sul contrasto della discriminazione sessuale. Quella che doveva essere una tutela maggiore per gay, lesbiche e transgender, si è deformata a tal punto da divenire una giustificazione per la pedofilia. Contrariamente al rispetto della libera scelta se amare un uomo o una donna, l’omosessualità viene considerata alla stregua della pedofilia, facendo riemergere uno dei classici del cattolicesimo più bigotto ( chi è gay è malato e tende se già non lo è, alla pedofilia). Leggiamo la proposta di legge a firma Giovanardi, D’Ascola, Torrisi, Bianconi, Chiavaroli: «Art. 1.(Disposizioni in materia di contrasto a varie forme di discriminazione)
1. All’articolo 3 della legge 19 ottobre 1975, n. 654, e successive modificazioni sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, alle lettere a) e b) sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: fondate sull’odio ovvero disprezzo o comunque palese ostilità tesa concretamente a ledere l’incolumità, la dignità e il decoro delle persone che manifestino anche solo apparentemente, ancorché non apertamente, orientamenti omosessuali, bisessuali, eterosessuali, pedofili, se tali condotte discriminatorie siano poste in essere a motivo del loro orientamento sessuale e siano espressione di violenza o ostilità verso la persona e non di pensiero verso l’orientamento sessuale e lo stile di vita in sé ».
A questo punto non è facile capire le legiferazioni del nostro Parlamento, si intende forse legittimare la pedofilia ? Con lo stesso statuto delle relazioni omosessuali? Oppure la pedofilia rimane tutt’oggi un reato, punito con il carcere o le cure psichiatriche, là dove legittime? Il parlamento italiano, così come nel testo sulla violenza contro le donne, apre un’altra soglia labile e nebulosa, che da una parte facilita le discriminazioni verso gay e lesbiche e dall’altra incoraggia la pedofilia ( come un legittimo orientamento sessuale).
di Elisa Bianchini