Roma, 24 gennaio- Le sue urla hanno squarciato la notte, grida di aiuto, di dolore, di disperazione. Nemmeno la mamma ha potuto salvarla, sarebbe solo stata più grave la punizione. Le urla strazianti rimarranno nel cuore di molti anche a chi non le ha sentite e a chi non le ha volute sentire. Nel piccolo villaggio di Birbhum, in India, una giovane ragazza viene trovata con il suo ragazzo in casa, soli, si denuncia lo scandalo, gli anziani capi del villaggio si riuniscono per decidere come punirli. Viene imposta una multa di circa 300 euro, ben sapendo che nessuno dei due ragazzi la potrà pagare e si passa così all’equivalente fisica, alla bestialità. La ragazza, per scontare la sua colpa, sarà sottoposta ad uno stupro di gruppo, su un palcoscenico di fronte al villaggio. Perchè tutti vedano, perchè tutti sentano, perchè l’umiliazione e l’impotenza siano eterni per la giovane donna. Ma forse qualcosa sta cambiando, fra i tanti che non hanno potuto o voluto salvare la ragazza, i magistrati della Corte Costituzionale sono riusciti a trovare alcuni testimoni, inorriditi dalla brutalità della punizione e dei capi del villaggio, che mai si erano spinti a tanto. Hanno parlato di 12 stupratori, di tutte le età, dagli adolescenti agli anziani, compreso il capo del villaggio. Tutti dovevano assistere e sapere, anche i bambini, che sarebbe toccato anche a loro se avessero trasgredito. La polizia ha arrestato 13 persone, fra cui il capo del villaggio, il processo sarà imminente. Non sappiamo ancora nulla sulla ragazza, su come ricomincerà e se sarà possibile ricominciare.
di Elisa Bianchini