Era il 13 settembre quando Tupac Amaru Shakur, conosciuto anche come 2Pac, Pac e Makaveli, morì a Las Vegas. Nato a New York il 16 giugno 1971 (all’anagrafe Lesane Parish Crooks) ottenne grande successo nell’arco della sua carriera e la sua scomparsa prematura non gli ha impedito di essere considerato ancora oggi uno dei rapper più influente di tutti i tempi.
Afeni Shakur, la madre, appartenente alle Pantere Nere, gruppo rivoluzionario afroamericano, passò parte della gravidanza in carcere perché accusata di aver piazzato una bomba in un edificio della Grande Mela, e poi crebbe il figlio senza il padre, ma con l’aiuto di Mutulu Shakuer, padrino e poi anche patrigno della futura star.
Tupac crebbe in una famiglia economicamente povera e piuttosto che socializzare preferiva dedicarsi alla poesie. Tentò di avvicinarsi al teatro e si aggregò a una compagnia, ma quando si presentò la possibilità di firmare un contratto fu la madre a fare un passo indietro e a impedirgli di intraprendere quel percorso.
In piena adolescenza si trasferì a Baltimora e lì iniziò a comporre liriche firmandosi “M.C. New York” e a dedicarsi a ballo e recitazione nella “School of the Arts”, che frequentò per due anni. Alla fine degli anni Ottanta si trasferì nuovamente insieme a madre e sorella e lì si avvicinò al mondo della strada e per mantenersi entrò nel giro dello spaccio. Non fu un periodo facile quello perché nel frattempo il patrigno, da anni tra le persone più ricercate dall’FBI, fu condannato a 60 di reclusione a causa di una rapina a mano armata.
Il cambiamento per Tupac iniziò nel 1990 grazie all’audizione sostenuta con Shock G, leader del gruppo Digital Underground e conosciuto come il rapper e produttore che lo scoprì. Fu lui, infatti, a farlo collaborare a un disco. Quello fu l’inizio della scalata verso il successo: nel 1991 pubblicò 2Pacalypse, disco prodotto con l’aiuto degli stessi Digital Underground e che fu apprezzato dal pubblico (ottenne il disco d’oro), ma non fu esente da critiche visto che, oltre a parlare di temi legati al razzismo, alla criminalità e alla violenza, conteneva anche le sue idee politiche e non risparmiava critiche nei confronti della polizia. Quell’anno fondò il gruppo Strictly Dope insieme a Ray Luv e, inoltre, debuttò al cinema.
Il secondo album uscì il 1° febbraio 1993 e riuscì a vendere oltre un milione di copie, ma per Tupac, che già poco prima dell’uscita del primo album entrò nell’occhio del ciclone per via di una causa intentata contro due poliziotti rei di averlo aggredito brutalmente (chiese 10 milioni di dollari di risarcimento, ma ne ottenne 42mila) e per le dichiarazioni di un ragazzo che dopo aver ucciso un agente disse di essersi ispirato a una sua canzone, iniziarono i problemi con la giustizia: prima fu arrestato per aver aggredito Allen Hughes, poi fu vittima di un assalto attuato da due uomini che gli rubarono gli oggetti di valore e gli spararono cinque volte. Sopravvisse, iniziò a scontare la pena dopo essere stato accusato di stupro e pubblicò “Me Against the World”, album che si piazzò al primo posto nelle classifiche.
Dopo otto mesi di carcere ottenne la condizionale e tornò a concentrarsi sulla musica e partecipò ad altri film. In poche settimane completò “All Eyez on Me”, il suo quarto album da solista, che si impose a gran voce nel mercato e vendette circa 7 milioni di copie. Lavorò ad altri progetti, ma questi furono pubblicati dopo la sua morte.
L’inizio della fine ha una data ben precisa: 7 settembre 1996. Quel giorno scatenò una rissa in un albergo, poi salì in auto insieme al suo gruppo e quando in tarda serata una Cadillac si affiancò alla sua auto, lui tutto poteva aspettarsi tranne che l’agguato che si scatenò in pochi secondi. Gli spararono contro circa 13 colpi e quattro di questi lo colpirono a petto, bacino, coscia e mano. Fu trasportato immediatamente in ospedale, messo in coma farmacologico e sottoposto a diversi interventi che illusero e diedero la speranza di una sua possibile guarigione. Nella giornata del 13 settembre, però, le sue condizioni si aggravarono e alla fine morì.
Morì così la leggenda del rap che in pochi anni di carriera è riuscito a lasciare un segno indelebile nella musica, ma che a causa della faida tra rapper conosciuta come la “faida tra East Coast e West Coast” (gli scontri dapprima solo verbali e attuati solo attraverso le “battaglie” musicali” si trasformarono in vera e propria violenza”) morì a soli 25 anni. La sua scomparsa non diminuì l’interesse nei confronti dei suoi album e, infatti, si stima che abbia venduto oltre 85 milioni di dischi e ancora oggi viene considerato uno dei migliori 100 artisti di sempre.